
Il sistema della sanità in Italia si è venuto consolidando – fino alla difficile fase attuale, segnata dalla crisi severa delle risorse disponibili e dal mutare della loro dislocazione nei modi di un “federalismo fiscale” non ancora perfettamente decifrabile negli esiti – per tratti conformi al modello “europeo”: universalità dei servizi e delle prestazioni, diritto sociale a tali servizi e prestazioni. Un modello descritto come oppositivo a quello americano, nel quale invece non trova campo il concetto di indivisibilità dei diritti – politici e sociali, nell’affermarsi di un’ideologia democratica incentrata sui primi – e in cui prevarrebbe, specie in campo sanitario, il particolarismo individualista, con lo strumento delle assicurazioni private. E l’intervento pubblico, piuttosto che dispiegarsi nella garanzia di un “diritto sociale alla sanità”, risulterebbe limitato al sostegno caritativo assicurato a una fascia estrema di più deboli... (segue)
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