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NUMERO 14 - 13/07/2011

 Dialogando con Franco Modugno sul fondamento dell'abrogazione... e dintorni

La scelta metodica della forma dialogica come strumento di espressione e trasmissione del riflettere rimonta, come si sa, alle origini della nostra civiltà. È, infatti, la filosofia greca antica, in specie Socrate e Platone, a farne l'involucro elettivo del pensare, per Socrate, del pensiero, per Platone. Già metodica della precarietà del vero, nel primo, si fa, nel secondo, più che mezzo di persuasione, metodo di ricerca aperta proprio di una comunità di parlanti, teso all'acquisizione di una verità di cui ognuno è privo, ma che può essere attinta da ciascuno attraverso la reminescenza, quale forma di arricchimento spirituale per cui non si impara dall'altro, ma si impara da sé rispecchiato nell'altro. Non solo, è sempre in Platone che il dialogo, come luogo di espressione del pensiero, si correda di una funzione ulteriore: quella della rappresentazione del proprio maestro, del suo magistero intellettuale e della sua persona, tanto più importante se, come nel caso di Socrate, il rappresentato non ha lasciato di sé traccia scritta, affidando esclusivamente alla forma orale... (segue)



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