Il testo del disegno di riforma della Costituzione approvato dal Governo nel consiglio dei ministri del 31 marzo 2014 intende introdurre elementi di forte semplificazione del sistema istituzionale mediante la revisione del procedimento legislativo - che da bicamerale diventa tendenzialmente monocamerale - e del sistema delle fonti, puntando al rafforzamento dei poteri del Governo nazionale nella realizzazione dell'indirizzo politico di maggioranza sia nel confronto col Parlamento sia in quello con le Regioni. L'obiettivo perseguito che appare forte, coraggioso e apprezzabile nella sua volontà di perseguire un'incisiva riforma, va però valutato nella sua effettiva coerenza e nella capacità di costruire in concreto i necessari equilibri e contrappesi che ne consentano la realizzabilità e una buona funzionalità.A mio avviso, se la volontà di semplificazione dell'iter di formazione della legge di rafforzamento del Governo appare chiara, non altrettanto delineato appare il disegno istituzionale che si intenderebbe realizzare. Confusa è l'idea di Senato e di Bicameralismo e anche quella del ruolo residuale – ma forse andrebbe detto marginale – che si intende assegnare alle Regioni nell'ambito della nuova Repubblica... (segue)
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