Dopo la “stagione delle reti” che, a partire dagli anni 80 del secolo scorso, ha visto il passaggio dalla liberalizzazione alla digitalizzazione, la società dell’informazione sviluppa oggi i suoi effetti tanto sul terreno economico che sul terreno sociale attraverso processi in prevalenza legati al mondo dei servizi, dei prodotti e dei contenuti. In questo mondo occupa una posizione di particolare rilievo l’industria dell’audiovisivo. Il decreto legislativo n. 44 del 2010 (c.d. “decreto Romani”), modificativo del T.U. n. 177 del 2005 sulla radiotelevisione, ha definito il perimetro di questa industria quando all’art. 2 ha qualificato come “media audiovisivo” quel servizio che “sotto la responsabilità editoriale di un fornitore di servizi media” assume come obbiettivo principale “la fornitura di programmi al fine di informare, intrattenere o istruire il grande pubblico” ovvero svolge un’attività di “comunicazione commerciale audiovisiva”. Alla luce di questa definizione vengono, quindi, ricomprese nel campo dell’industria dell’audiovisivo tutte le attività economiche dirette alla produzione e diffusione di contenuti televisivi e cinematografici nonché di contenuti pubblicitari diffusi con tecnica audiovisiva, mentre restano fuori da tale industria altri prodotti della rete sprovvisti dei requisiti soggettivi ed oggettivi propri del servizio media audiovisivo come la posta elettronica, i motori di ricerca, i videogiochi, l’editoria on line, i contenuti non professionali immessi in rete dagli utenti e, in generale, “i siti internet che contengono elementi audiovisivi puramente accessori”... (segue)
ITALIA - DOTTRINA
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