
La modifica apportata dalla Camera dei deputati alla norma relativa alla durata del mandato senatoriale, nel senso di prevedere che essa coincida con la durata degli organi delle istituzioni territoriali «dai» – e non più «nei» – quali sono stati eletti, ha offerto il pretesto per riaprire il dibattito sulla possibilità di ripristinare la diretta elettività dei senatori. Va subito detto che una simile ipotesi appare tutt’altro che impraticabile. Essa, anzi, sembra trovare un preciso fondamento nell’art. 104 del Regolamento Senato, sebbene – ad avviso di chi scrive – non nella parte della disposizione che è stata fin qui oggetto di prevalente attenzione. Nondimeno, si tratterebbe di un’ipotesi non auspicabile, per le molte buone ragioni che depongono in favore dell’elezione indiretta. Sul piano normativo, l’art. 121 Reg. Sen., che disciplina la prima deliberazione dei disegni di legge costituzionale, prevede che, in caso di emendamenti approvati dalla Camera, il Senato riesamini il testo ai sensi del richiamato art. 104. A sua volta, tale disposizione stabilisce che «il Senato discute e delibera soltanto sulle modificazioni apportate dalla Camera, salva la votazione finale (corsivo aggiunto). Nuovi emendamenti possono essere presi in considerazione solo se si trovino in diretta correlazione con gli emendamenti introdotti dalla Camera dei deputati». Ora, tutto il dibattito sul ritorno all’elezione diretta si è concentrato sulla possibilità per il Senato di approvare «nuovi emendamenti» che la ripristinino (secondo periodo art. 104); e dunque, su come debba essere interpretato il requisito della loro «diretta correlazione» con le modifiche introdotte dalla Camera, affinché i nuovi emendamenti siano dichiarati ammissibili. Non è stata affatto presa in considerazione, invece, l’ipotesi che l’art. 2, ancorché riapprovato soltanto nella parte modificata dalla Camera, possa poi essere bocciato in sede di votazione finale sull’intera disposizione (primo periodo art. 104). Un’eventualità che, alla luce delle attuali difficoltà della maggioranza in Senato, non sembrerebbe del tutto peregrina ed equivarrebbe, di fatto, a riaprire il discorso sull’elezione diretta al pari dell’approvazione di un nuovo emendamento che, in ipotesi, la reintroducesse espressamente... (segue)
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