Il nuovo codice dei contratti pubblici (d. lgs 18 aprile 2016 n. 50), in vigore dal 19 aprile (ma applicabile solo alle procedure di gara bandite a partire dal giorno successivo: 20 aprile 2016), contiene importanti novità in materia di tutela giurisdizionale e “precontenziosa” dinanzi all’ANAC. Le principali innovazioni sono contenute essenzialmente nell’art. 204, che, a sua volta, modifica profondamente l’art. 120 del codice del processo amministrativo, e nell’art. 211, che regola il duplice procedimento precontenzioso davanti all’ANAC, statuendo, altresì, la proponibilità del ricorso avverso i pareri e le “raccomandazioni” dell’Autorità, “ai sensi dell’art. 120 del C.P.A.” Altri riferimenti espliciti alla tutela giurisdizionale sono racchiusi nell’art. 29, comma 1, e 76, relativi alle comunicazioni e pubblicazioni dei provvedimenti riguardanti la fase di ammissione, espressamente concepiti in funzione della decorrenza del termine per la notificazione del ricorso. Alcune disposizioni del d.lgs. n. 50/2016, formalmente nuove, ribadiscono l’esperibilità della tutela giurisdizionale nei confronti dei provvedimenti adottati dell’ANAC, quasi a compensare l’inusuale latitudine del potere regolatorio e di intervento attribuito a tale Autorità. In termini generali, l’art. 213, comma 1, statuisce che resta ferma l'impugnabilità delle decisioni e degli atti assunti dall'ANAC, “innanzi ai competenti organi di giustizia amministrativa”. Con riferimento alle determinazioni in materia di protezione civile, poi, la regola è ulteriormente specificata, in modo pleonastico, all’art. 163, comma 9. Ma anche altre numerose innovazioni portate dal d.lgs. 50/2016 influenzano direttamente o indirettamente il contenzioso. Tra queste, le più evidenti sono: l’eliminazione dell’informativa preventiva dell’intento di proporre il ricorso (art. 243-bis del codice n. 163/2006); al riguardo, il parere del Consiglio di Stato sullo schema del d.lgs. (p. 213) ha suggerito l’opportunità di svolgere “una riflessione finale sull'utilità dell'eliminazione di un istituto animato da chiari fini deflattivi”; la soppressione dell’accesso informale da esercitare entro trenta giorni dalla comunicazione dell’aggiudicazione (art. 71, comma 5-quater, del codice n. 163/2006), insieme alla radicale revisione dei sistemi di comunicazione (art. 29; art. 76); A tali modifiche non si è compiutamente adeguato l’art. 120, comma 5, del CPA, che conserva ancora i rinvii alle disposizioni dell’abrogato codice n. 163/2016; la “normalizzazione” delle procedure sostanziali riguardanti le infrastrutture strategiche, ora tendenzialmente ricondotte alla disciplina di affidamento ordinarie (con la conseguente perdita di operatività del rito “specialissimo”di cui all’art. 124 del CPA); la sostituzione dell’aggiudicazione provvisoria con la “proposta di aggiudicazione” (art. 33, comma 1); la definizione di un autonomo provvedimento conclusivo della fase di ammissione ed esclusione delle offerte (art. 29, comma 3). Evidentemente, poi, l’intero nuovo quadro ordinamentale sostanziale è destinato ad incidere sul funzionamento delle procedure di affidamento e sul relativo contenzioso. La disciplina in esame costituisce l’esito di una elaborazione che muove dalla complessa attuazione delle tre direttive del 2014, passando attraverso la ricca legge delega n. 11/2016 e i pareri consultivi (in particolare quello del Consiglio di Stato) che hanno determinato alcune importanti modifiche dello schema approvato dal Governo in via preliminare... (segue)
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