Come era facilmente prevedibile, la vittoria nel referendum britannico del 23 giugno del Leave, ossia dell’opzione a favore dell’uscita dall’Unione europea (UE), ha causato gravi ripercussioni a livello politico e ha lanciato una vera e propria “industria accademica” a commento di tale decisione. A distanza di più di un mese dal voto referendario, è parso opportuno passare ad un primo esame di quanto è stato fatto o scritto a proposito del Brexit da un punto di vista politico-costituzionale. Il lavoro tenterà, in un primo momento, di ricostruire il quadro politico creatosi all’indomani del risultato del 23 giugno e di analizzare alcune delle questioni giuridiche proposte per farvi fronte. Nei paragrafi che seguono cercheremo di tracciare un primo bilancio della discussione, prendendo le mosse da una critica alla reazione delle istituzioni principalmente interessate, come il Parlamento Europeo (PE), la Commissione e, naturalmente, il governo del Regno Unito (RU). Tutti questi attori hanno mostrato un’incredibile imprecisione (si veda il caso della risoluzione approvata dal PE il 28 giugno) rispetto al quadro giuridico rilevante, un dato che non lascia ben sperare per il futuro e che solo in parte può essere spiegato alla luce di considerazioni strategiche. Il lavoro cercherà di mettere in luce i principali errori commessi dalle istituzioni summenzionate invitando, allo stesso tempo ad una certa cautela nei confronti di diversi degli argomenti emersi nel dibattito. Se la prima parte del testo (sezioni 2 e 3) si concentrerà soprattutto sulla ricostruzione dell’incerto e confuso quadro creatosi nei rapporti fra UE e RU, la seconda (sezioni 4 e 5) si soffermerà sugli effetti interni al RU a seguito del referendum. In particolare, verrà esaminato l’effetto della possibile uscita dall’UE sulla condizione di quella che attualmente sembra la più europeista delle nazioni del Regno, la Scozia. Il governo scozzese ha, infatti, da subito avanzato l’opzione di un nuovo referendum per l’indipendenza, nel caso in cui i propri interessi non venissero tenuti in debita considerazione nei negoziati... (segue)
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