In questo periodo vi è stata una produzione editoriale particolarmente significativa sul tema delle riforme costituzionali in vista del referendum del 4 dicembre. Produzione che dovrebbe avere come obiettivo principale l’informazione sul contenuto della riforma elaborato nel contesto storico-costituzionale esistente. In realtà, molti dei volumi sono solo espressione di sensazioni ed opinioni politiche che quindi non prendo neppure in considerazione perché non significativi in questo contesto. Anche i libri scritti da costituzionalisti o comunque che hanno una formazione tecnico-giuridica, sono libri di parte, che già dal titolo anticipano l’indirizzo finale assunto dall’Autore o dagli Autori, ma spesso ricostruiscono gli istituti riformati e l’evoluzione storica e giuridica per giungere a tale riforma attraverso criteri e motivazioni tecniche. Altri poi cercano e spesso raggiungono l’obiettivo di essere il più possibile obiettivi, o comunque senza una posizione di partenza predeterminata. Fra tutti i libri che ho avuto occasione di leggere, uno dei libri che più di altri può apparire asettico da posizioni preconcette e che consente al lettore di avere un quadro giuridico completo della Costituzione riformata è il volume di Emanuele Rossi, Una Costituzione migliore?, Pisa, University Press, 2016, che, pur accentuando più gli aspetti negativi e dando interpretazioni discutibili delle nuove norme costituzionali, consente di avere un quadro generale della materia e di poter valutare, anche cercando di staccarsi dalle indicazioni dell’Autore, i tanti profili affrontati con la riforma. L’Autore non si ferma molto sugli aspetti “storici” e sul lungo iter che ha consentito di giungere a questo risultato finale, che invece potevano essere utili per capire le difficoltà che ogni tentativo di riforma costituzionale incontra, ma analizza i tre punti cardine della riforma: il nuovo Senato, il nuovo procedimento legislativo e le modifiche del titolo V. Vi è una critica generale più di forma che di sostanza sulla “scarsa qualità del testo legislativo”, più volte ripetuta e strettamente collegata ad un’incertezza sull’interpretazione da dare ad alcune norme, nonché alla pluralità di soluzioni che il futuro legislatore potrà dare alle norme. Mi pare che ci si meravigli più di una costante della legislazione italiana di sempre che di una vera anomalia di questa riforma, anche perché questa normativa imporrà nella fase immediatamente successiva una serie di interventi legislativi d’attuazione particolarmente significativi. Per non ricordare poi le critiche di forma mosse dagli stessi Costituenti alla Costituzione del 1948 e fra tutti Meuccio Ruini che nell’ultima seduta dell’Assemblea Costituente disse: “la Costituzione sarà gradualmente perfezionata; e resterà la base definitiva della vita costituzionale italiana. Noi stessi — ed i nostri figli — rimedieremo alle lacune ed ai difetti, che esistono, e sono inevitabili”. Ed ancora Calamandrei, all’indomani dell’approvazione del testo costituzionale, riconobbe che «aggiran- dosi entro questa architettura costituzionale così come essa è ancor oggi, si ha l’impressione di trovarsi in uno di quei grandi edifici tirati su in gran fretta durante la crisi degli alloggi, nei quali si va ad abitare, per necessità, ancor prima che ne siano usciti i muratori», ammettendo anche l’incompiutezza e «parecchie mende di forma che con qualche mese in più di lavoro avrebbero potuto essere evitate». E così si potrebbe continuare ancora, cosicché anche i difetti formali e talvolta sostanziali, che peraltro potevano sicuramente essere superati nella fase d’approvazione del testo alle Camere (anche se pare che in alcuni casi la discussione abbia peggiorato e non migliorato il testo), potranno essere chiariti attraverso gli interventi normativi sui meccanismi d’elezione dei futuri senatori (legge elettorale del Senato e leggi elettorali regionali) o sui settori di competenza legislativa del Senato o della Camera con nuovi regolamenti di Camera e Senato. Peraltro, il volume di Rossi è sicuramente da segnalare e da consigliare per la completezza e per l’onestà nel riportare sia elementi positivi che negativi della riforma costituzionale... (segue)
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