
La Corte ha affermato la responsabilità della Repubblica Di Bolivia per la violazione del diritto all’integrità personale, alla libertà personale, alla dignità, alla vita privata e familiare, di accesso alle informazioni (art.. 5, 7, 11 e 13 della Convenzione interamericana dei diritti dell’uomo) della Sig.ra I.V. Quest’ultima è stata sottoposta alla legatura delle tube di Falopio durante l’esecuzione di un cesareo senza aver dato il suo previo consenso informato. La Corte sottolinea che il consenso informato del paziente è una condicio sine qua non per l’esercizio della pratica medica essendo esso fondato sul rispetto dell’autonomia e della libertà di ogni individuo e ciò tanto più quando si tratta di interventi aventi effetti permanenti sulla condizione dell’individuo stesso (come nel caso di specie). La Corte afferma che detto consenso consiste in una decisione preventiva di accettare e sottomettersi a un atto medico in senso ampio, ottenuta in maniera libera, senza alcuna coercizione o induzione e manifestato dopo aver ottenuto informazioni adeguate, complete, comprensibili e accessibili e sempre che le informazioni siano state realmente comprese dall’individuo interessato.
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