Lo scollamento del Paese dalla politica, la scarsa fiducia del corpo elettorale nei confronti della classe politica hanno portato in questa decade alla valorizzazione nei Paesi occidentali di movimenti politici che si appellano a nuovi canali per la rappresentazione politica della volontà dei cittadini, autodefinendosi “non partiti”. La democrazia rappresentativa è attualmente attraversata da una crisi, reale o percepita, per cui i cittadini addebitano alla classe politica l’incapacità o l’inadeguatezza ad affrontare i grandi problemi economico-sociali che hanno prodotto l’impoverimento non solo delle classi deboli ma, soprattutto, dei ceti medi. Se pare che una parte del corpo elettorale voglia avere più voce nei processi decisionali attinenti alle scelte politiche, dall’altra l’uso più diffuso di strumenti tecnologici – anche se di difficile controllabilità- rende possibile una maggiore informazione e partecipazione al dibattito politico di una parte, sia pure ristretta, della popolazione che porta all’elaborazione di proposte da affidare ad una parte politica. Alcune soluzioni proposte comprendono la democrazia deliberativa, che esalta l’importanza del dibattito e delle argomentazioni delle posizioni tra i portatori di interesse (pubblici e privati), e la democrazia partecipativa, più indefinita proceduralmente e consistente nel coinvolgimento di chiunque voglia a partecipare, in genere per contrastare o arginare una decisione pubblica. In generale, la partecipazione rende informati e consapevoli i soggetti sui quali le decisioni pubbliche avranno poi impatto, che riescono, talvolta, a far cambiare le posizioni iniziali dei proponenti. La partecipazione rende inoltre i partecipanti maggiormente in grado di valutare l’operato dei rappresentanti politici. Pertanto, sarebbe necessario individuare uno spazio sociale funzionale ad uno spazio pubblico istituzionale, in grado di veicolare e indirizzare il lavoro delle istituzioni pubbliche: uno spazio in cui le voci e le domande della cittadinanza emergano direttamente, in un dibattito in contrapposizione, ma basandosi su un’informazione aggiornata e corretta. Non sembra che la democrazia in rete, almeno nella sua attuale concezione, possa fornire una risposta a questi problemi. Per assumere una posizione è fondamentale partecipare al dibattito, esprimere le proprie idee, criticare le altrui posizioni, proporre emendamenti: un processo “deliberativo”, infatti, necessita di un incontro tra argomentazioni che giustifichino una decisione finale. Ciò presume una fase di ascolto, di valutazione e di critica: i presupposti per tale procedimento devono pertanto essere la massima inclusività e la parità delle parti nel dibattito. Un percorso orizzontale, come quello che si svolge in qualsiasi agorà, e non guidato dal vertice.
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