
Il testo dell’art. 14 t.u. formalizza una tesi già conosciuta dall’ordinamento civile e entrata in crisi a seguito dell’introduzione, a livello europeo, della nozione di organismo di diritto pubblico, avvenuta in concomitanza con il mutamento del rapporto tra Stato e mercato. Al merito di aver ridato certezza e uniformità alla disciplina dell’insolvenza delle società pubbliche, del tutto corrispondente a quella delle omologhe private, si contrappongono le incertezze delle disposizioni ivi contenute, dalle quali emerge il carattere “provvisorio” dell’impianto. I maggiori limiti della norma in esame sono invero rappresentati dalla mancata previsione di una procedura concorsuale specifica, che tenga conto delle peculiarità delle realtà partecipate, in particolare delle società in house, nonché dalla possibile interazione tra la procedura fallimentare e i vincoli alle scelte organizzative del socio pubblico, fissati dal comma 6. Quest’ultimo contiene una preclusione che, associata alla possibile fallibilità, rischia di compromettere l’erogazione di un servizio essenziale e di conseguenza risulta in grado di ledere i diritti fondamentali degli utenti, innescando dubbi sulla tenuta costituzionale della norma. L’indagine, nel ricostruire il fondamento dell’estensione delle procedure concorsuali alle società pubbliche, avrà ad oggetto lo studio dell’art. 14 t.u. del quale verranno messe in evidenza caratteri ed incertezze, anche in riferimento all’assetto raggiunto nel diritto vivente, non fugate neppure dalla recente delega al Governo per la riforma delle procedure attivabili in fase di crisi aziendali.
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