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FOCUS - Difesa europea, quali prospettive N. 1 - 14/01/2019

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Benvenuti!

Oggi con la gradita presenza del Ministro della Difesa e degli altri illustri Relatori, affronteremo un tema che può definirsi “anticiclico” rispetto alle tensioni che agitano in molti Paesi della U.E. il rapporto con le Istituzioni comunitarie.

La Difesa Europea è una tematica che i Paesi della U.E. sono chiamati ad aver vieppiù presente anche in relazione agli storici rapporti in seno alla NATO ed alla posizione in quel contesto dell’attuale Presidenza degli Stati Uniti.

Progredire nell’ambito della Difesa europea significa anche rafforzare la cittadinanza europea.

A tal fine viene spontaneo il riferimento a quanto abbia contribuito l’iniziativa Erasmus nel rafforzamento dei legami tra le giovani generazioni dei cittadini europei:

Erasmus ha fatto molto molto di più in quella direzione di quanto abbiano potuto fare il Consiglio, la Commissione e il Parlamento della U.E.

È principalmente nella interazione fra le persone, fra i giovani, che si costruisce la comprensione e il rispetto delle altrui identità, dei profili culturali, del rispetto delle diversità e quindi della capacità di concorrere insieme alla costruzione di una casa comune nella quale dobbiamo e vogliamo riconoscerci tutti.

Riconoscersi in una comune identità significa condividere con convinzione i valori fondanti di essa.

La cooperazione militare è stata già sperimentata con successo in varie missioni internazionali basate sulla interposizione nei conflitti armati e forse siamo oggi più pronti che nel passato a fare evolvere quel modello di cooperazione tra le forze armate non soltanto in termini di integrazione verticale fra i comandi ma in termini di integrazione orizzontale fra cittadini europei che hanno deciso di dedicare la propria vita operando nell’ambito della difesa comune che, ricordo, fu vagheggiata anche da Altiero Spinelli in un’epoca in cui la nostra europa era lacerata da conflitti, rivalità e barbarie.

 I romani dicevamo “si vis pacem para bellum”, altri dicono “si vis pacem para pacem”: più semplicemente dobbiamo attrezzarci per esigere il rispetto degli altri Paesi e per difendere i nostri confini ma anche i nostri interessi economici quali cittadini europei in un contesto nel quale le guerre più cruente si svolgono sotto le magmatiche coperture dell’economia e di una finanza internazionale senza patria, anzi con qualsivoglia forma di profitto quale unica patria.

Anche questa è altra forma di guerra che non si combatte con le forze armate ma che può vincersi soltanto rafforzando i valori di una comune appartenenza e di una reale equità sociale.

In questo contesto la capacità del nostro Paese di proporre nuove forme, eque e solidali, per una cooperazione comune e stabile nell’ambito della difesa europea, senza lasciare che altri assumano primati impropri, è un obiettivo che deve essere perseguito con determinazione da noi tutti, cittadini europei, dal nostro Parlamento, dal Governo e dal nostro Ministro della difesa alla Quale auguro ogni successo nella Sua azione nell’interesse del Paese e dell’Europa.

Buon lavoro.



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