Abstract [It]: Il saggio analizza criticamente e confronta due recenti ordinanze del Tribunale di Roma che, con argomentazioni ed esiti opposti, hanno deciso sulla rimozione da parte di Facebook di contenuti riconducibili a due organizzazioni politiche di estrema destra dalle piattaforme online da essa controllate. Muovendo da una ricostruzione storica, normativa e giurisprudenziale dell’antifascismo nell’esperienza costituzionale italiana, il saggio inquadra gli esiti giurisprudenziali proprio in relazione alle matrici antifasciste della Costituzione italiana, problematizzando i presupposti e gli (eventuali) esiti delle due decisioni. All’esito di tale percorso, il saggio un lato richiama la necessità di interventi propriamente legislativi, a livello nazionale o sovranazionale, che non lascino solo il giudice nella fondamentale funzione di proiezione costituzionale negli spazi giuridici digitali; dall’altro, presenta una proposta operativa per i giudici da applicarsi medio tempore, che, cercando un punto di incontro tra le soluzioni adottate dalle ordinanze in commento, tenga conto delle diverse esigenze normative e fattuali che emergono in materia de qua.
Abstract [En]: The essay critically analyzes and compares two recent decisions of the Tribunal of Rome which, with opposite reasoning and outcome, ruled on Facebook's removal of content attributable to two far-right political organizations from its platforms. Starting from a historical, normative and jurisprudential reconstruction of anti-fascism in the Italian constitutional experience, the essay frames the jurisprudential outcomes in the context of the anti-fascist matrices of the Italian Constitution, questioning the assumptions and (possible) far-reaching consequences of the Tribunal’s decisions. The essay, on the one hand, stresses the need for proper legislative interventions, at a national or supranational level, so that the judge would not be left alone in the function of projecting constitutional principles and values in digital legal spaces; on the other hand, it proposes to judges an operative proposal, to be applied in the mid-term, which, looking for a compromise between the solutions adopted by the two decisions, takes into account the different normative and factual needs emerging in such field.
Sommario: 1. Introduzione: il giudice come arbitro della vita e della morte degli ordinamenti normativi negli spazi giuridici digitali. 2. Le specificità dell’antifascismo nell’esperienza costituzionale italiana. 2.a. L’antifascismo nella XII disposizione finale: genesi e attuazione. 2.b. L’antifascismo nella disciplina della libertà di manifestazione del pensiero e delle libertà associative. 2.c. L’antifascismo come Lohengrin costituzionale: l’inefficacia applicazione della legislazione anti-fascista, il “repubblicanesimo negativo” e i limiti degli interventi normativi più recenti. 3. Le ordinanze “eterozigoti” del Tribunale di Roma. 3.a. CasaPound c. Facebook: difesa del diritto di partecipazione politica tramite l’effetto orizzontale dei diritti costituzionali. 3.b. Forza Nuova c. Facebook: limiti alla libertà d’espressione e ruolo delle fonti extrastatuali. 4. L’antifascismo delle ordinanze alla prova degli spazi giuridici digitali. 4.a. L’ordinanza CPI tra trilemmi regolativi e autolesionismo costituzionale. 4.b. L’ordinanza FN tra reinvenzione dell’antifascismo e rischi di privatizzazione della censura. 5. Conclusioni: i limiti della violenza “compensatoria” del giudice, la necessità di interventi a livello sovranazionale e una proposta operativa.
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