
Dopo il rigetto di precedenti ricorsi, i ricorrenti impugnano le misure restrittive delle libertà introdotte per affrontare l’emergenza sanitaria nel Regno Unito, chiedendo alla Corte l’autorizzazione a presentare appello alla High Court in ragione dell’illegittimità di tali misure normative sotto tre profili: l’eccesso di potere del Governo in relazione alla base normativa posta a fondamento delle misure adottate (Public Health (Control of Disease) Act 1984, modificato dallo Health and Social Care Act 2008); la carente motivazione delle misure adottate, che non tengono conto di altri rilevanti considerazioni; terzo, la violazione di diversi principi della Convenzione EDU attuata nel diritto interno mediante lo Human Rights Act 1998. Nei propositi dei ricorrenti, le misure impugnate, sebbene più volte modificate e infine abrogate, sono comunque sottoposte allo scrutinio della Corte affinché nel pubblico interesse ne sia accertata la illegittimità. Dopo aver raccolto le argomentazioni del Governo costituito in giudizio, la Corte nega l’autorizzazione a sottoporre alla High Court il secondo e il terzo capo di impugnazione, ritenendoli non adeguatamente motivati e di interesse non attuale stante l’intervenuta abrogazione; e afferma la propria cognizione relativamente al primo capo di impugnazione (circa la motivazione i provvedimenti adottati ultra vires), ritenendo legittime le misure impugnate sulla base dell’interpretazione della legge del 1984.
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