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FOCUS - Osservatorio Emergenza Covid-19 N. 1 - 13/03/2020

 Le deroghe costituzionali da parte dei decreti-legge

L’emergenza causata dal Coronavirus ha indotto il Governo ad introdurre un’alluvionale e, fisiologicamente, disorganica massa di atti normativi, che in ragione dell’aggravarsi e della diffusione dell’epidemia hanno inciso in modo sempre più penetrante e invasivo sui diritti, anche di rango costituzionale, riconosciuti ai cittadini. Si è trattato di atti disomogenei sia per forma, sia per rango gerarchico, sia per grado di vincolatività, sia per ambito territoriale di applicazione, sia per materia e, più in generale, per contenuto. In modo, infatti, non sempre coerente e coordinato si sono sommati, nel periodo dell’emergenza, sotto il profilo della forza gerarchica: atti derogatori a previsioni costituzionali, atti derogatori a fonti primarie, fonti secondarie, ordinanze contingibili e urgenti e atti interni all’amministrazione (circolari e note esplicative; quanto alle competenze e all’ambito territoriale: atti statali (in particolare, decreti-legge e leggi di conversione, decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, decreti ministeriali, atti delle autorità indipendenti, atti commissariali), atti regionali (prevalentemente, ordinanze) e atti dei Comuni e degli altri enti locali (anche in tal caso, prevalentemente ordinanze). Quanto al grado di vincolatività: si riscontrano norme corredate da sanzioni penali (come l’obbligo di rispettare la quarantena per i contagiati) o da sanzioni amministrative (come il divieto di uscire se non in casi tassativamente indicati dalla propria abitazione) e disposizioni espresse in forma meramente ottativa o alla stregua di consigli o di suggerimenti (come le previsioni sull’uso dei guanti o delle mascherine o gli inviti iniziali a non recarsi in determinati territori)… (segue)



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