Alla fine è arrivato, dopo una campagna elettorale iniziata, poi interrotta, poi riiniziata, il voto popolare. E, come sempre succede, ha messo qualche punto fermo. Il referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari è andato così come si poteva ragionevolmente immaginare: circa il 53 per cento di partecipazione (sul territorio nazionale), quasi il settanta per cento dei voti favorevoli alla riduzione. Tutto sommato, anche il voto per le elezioni regionali è andato come ragionevolmente poteva attendersi, pur se con qualche sorpresa non tanto sul risultato, quanto sulla struttura del voto, sorprese che comunque sono di grande importanza anche rispetto alle indicazioni di prospettive istituzionali. Pur nella difficoltà di lettura, il risultato delle elezioni comunali sembra aver confermato la permanente validità di un modello bipolare e le difficoltà di chi nel secondo decennio di questo secolo aveva rappresentato, giocando sul disagio popolare e su qualche simpatia intellettuale, la sorpresa tripolare... (segue)
Dopo un difficile compromesso, fumata bianca al Consiglio europeo sui principali posti apicali nell'Unione europea
Carlo Curti Gialdino (03/07/3019)
Il nuovo Whatever it takes. Il rapporto Draghi: ambizioni e difficoltà del futuro dell’Europa
Annamaria Poggi e Federica Fabrizzi (11/09/2024)
I legislatori regionali nella fase discendente. Introduzione alla ricerca
Massimo Cavino (30/08/2024)
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Matteo Nicolini e Emma Imparato (12/08/2024)
Un Presidente USA troppo anziano e fragile? L’invecchiamento tra stereotipi e politiche per i diritti delle persone anziane
Luisa Cassetti (07/08/2024)