
Il nuovo codice degli appalti è stato infine approvato definitivamente. Dopo una gestazione tutto sommato veloce ma complessa, sul Supplemento Ordinario n. 12 alla Gazzetta Ufficiale n. 77 del 31 marzo 2023 è stato pubblicato il Decreto Legislativo 31 marzo 2023, n. 36 frutto della delega in materia di contratti pubblici contenuta nell’articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78. Talune delle previsioni contenute nel testo non hanno mancato, come noto, di suscitare polemiche giornalistiche ed interpretazioni, alimentate anche da dichiarazioni critiche che hanno trovato ampia risonanza mediatica, anche alla luce del fatto che l’approvazione della riforma costituisce un importante obiettivo del PNRR. Il Codice presenta profili fortemente innovativi, tanto sul piano dell’impostazione che su quello dei contenuti e tocca questioni di straordinaria rilevanza, non soltanto in termini economici, per lo sviluppo e la crescita del Paese. Merita dunque di essere valutato sine ira ac studio, leggendone le previsioni in una visione complessiva che collochi il lavoro fatto nella prospettiva indicata nella Relazione Introduttiva prodotta dalla Commissione speciale del Consiglio di Stato incaricata di redigere la bozza di Codice. Come si legge in quel documento, con il nuovo testo “Si è inteso dare un senso effettivo ad alcune parole chiave, spesso utilizzate in tema di contratti pubblici: - la semplificazione […] - l’accelerazione […] - la digitalizzazione, […] - la tutela, […]”. E proprio l’angolo prospettico della tutela giurisdizionale rappresenta un privilegiato punto di osservazione di una materia complessa e articolata quale quella dei contratti pubblici. Ed infatti, non a caso, nel rispetto dell’obiettivo, enunciato nell’art. 1, di raggiungere il “risultato” dell’affidamento... (segue)
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