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di Francesco Palermo, Carolin Zwilling
Il vento del Nord arriva in Alto Adige. Ma non in Trentino
Le recenti elezioni per i consigli provinciali di Bolzano e Trento presentano diversi profili di interesse, sia in chiave politica, per le peculiarità dei rispettivi sistemi partitici e dei risultati elettorali, sia in termini costituzionali, per l’impatto sullo sviluppo della specialità, sul futuro della Regione Trentino-Alto Adige, e sui rapporti tra i gruppi linguistici. Paradossalmente, le urne hanno confermato in entrambe le Province autonome le maggioranze uscenti e i loro leader, e tuttavia hanno fornito indicazioni estremamente significative di cambiamento. Se la stabilità è l’elemento che accomuna l’esito elettorale a Bolzano e a Trento, con i Presidenti Durnwalder e Dellai confermati rispettivamente per il quinto e il terzo mandato consecutivo, si accentuano invece le già profonde differenze tra le due province sia in termini istituzionali che in relazione al quadro politico: con due sistemi elettorali molto diversi e una comune lunga tradizione di governi di centro, in Alto Adige i veri vincitori delle elezioni sono i partiti dell’estrema destra (tedesca), mentre in Trentino la prevista crescita delle destre non si è verificata.
Nella Provincia Autonoma di Bolzano la Südtiroler Volkspartei (SVP) ha mantenuto saldamente la maggioranza, con il 48,1% dei consensi. Tuttavia il suo risultato è il peggiore di sempre in termini percentuali, perché mai in un’elezione provinciale/regionale il partito di raccolta delle minoranze tedesca e ladina era sceso sotto la soglia del 50%. Il risultato è stato comunque sufficiente alla SVP per mantenere la maggioranza assoluta dei consiglieri (18 su 35). Nella legislatura precedente il partito contava ancora su 21 consiglieri. Il mantenimento della maggioranza assoluta di seggi non era affatto scontato, giacché alle politiche di primavera la SVP aveva ottenuto lo storico minimo del 44,3%, e molti temevano un analogo crollo alle provinciali. Il secondo partito della Provincia diventano i Freiheitlichen con il 14,3% e ben 5 consiglieri (+ 3, esattamente quanti ne ha persi la SVP). Il Popolo della Libertà si è fermato all’8,3%, conquistando 3 seggi (1 in meno di quanti ne avessero finora AN e Forza Italia insieme). Due seggi vanno al Partito Democratico (6,0%), ai Verdi (5,8%) e al nuovo movimento della storica leader indipendentista Eva Klotz Süd-Tiroler Freiheit (4,9%).
(segue)
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