L’allargamento del consenso politico verso l’esigenza di riformare l’organizzazione della salute in Usa, anche tra gli esponenti repubblicani di rilievo, e quello della maggiore condivisione sociale per l’universalizzazione dell’assistenza sanitaria mettono in risalto la giustezza delle idee riformiste di Barack H. Obama. Una considerazione espressa dal medesimo nel corso del suo più recente consueto intervento del sabato, dedicato a tutti gli americani, ove ha avuto modo di promettere l’approvazione della riforma sanitaria per la fine del 2009. Alcune riserve permangono, tuttavia, in merito al diritto alla salute sostanziale, che un tale progetto potrà garantire ai cittadini statunitensi non titolari di quelle polizze assicurative capaci di tutelare il loro benessere individuale attraverso una significativa copertura. L’allargamento dell’assistenza non vuole dire, infatti, universalizzare l’esigibilità dell’anzidetto diritto in via meramente teorica, bensì uniformare il più possibile il livello prestazionale quali-quantitativo concreto, anche se non costituzionalmente protetto, così come invece avviene nel nostro ordinamento e della gran parte dei paesi europei...
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