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NUMERO 11 - 28/05/2014

 Elezioni europee del 2014 e scelta del candidato alla presidenza della Commissione europea: i primi passi della procedura

 Le elezioni del Parlamento europeo del 2014, le prime nella vigenza del Trattato di Lisbona del 2007, hanno comportato una significativa novità nel processo di nomina del presidente della Commissione europea. Come vedremo, il detto Trattato, nel solco della lunga evoluzione che ha contrassegnato le modalità di nomina di tale figura istituzionale, ha dato ulteriore peso al Parlamento europeo, prevedendo all’art. 17, par. 7 del Trattato sull’Unione europea (TUE) che la scelta del Consiglio europeo circa la personalità da proporre al Parlamento europeo sia effettuata “tenendo conto del risultato delle elezioni europee”. Conseguentemente taluni fra i partiti politici europei hanno designato la personalità che, in caso di loro successo elettorale, avrebbero proposto per la carica di presidente della Commissione europea. Alla luce del risultato della competizione elettorale del 22-25 maggio 2014 ci si propone, tenendo presente la normativa di riferimento,  di esaminare i diversi scenari che si presentano agli attori istituzionali all’inizio di questa complesso risiko di nomine europee. Come si diceva il procedimento di nomina del presidente della Commissione ha conosciuto nel tempo significative modifiche. I Trattati di Roma, infatti, riservavano la nomina del presidente della Commissione al comune accordo (cioè all’unanimità) dei governi degli Stati membri (accordo raggiunto a margine del Consiglio europeo, a partire dalla designazione nel 1976 di Roy Jenkins), senza praticamente coinvolgere il Parlamento europeo. La prassi si... (segue)



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