
La cifra caratterizzante i più recenti sviluppi del dibattito sull’Unione europea è stata, indubbiamente, quella della crisi, ed in particolare della crisi nella sua dimensione economica. Come tristemente noto, infatti, essa ha investito, a partire dal 2008, tutte le economie degli Stati membri e sembra aver cancellato improvvisamente l’area (e l’aura) di prosperità che è stata, per molto tempo, il leitmotiv dell’integrazione europea. La crisi economica si è, tuttavia, facilmente tramutata anche in una crisi più profonda circa l’esistenza e la legittimazione stessa di quella realtà – ancora indefinita secondo le tradizionali categorie del diritto pubblico ed in particolare della forma di stato – che è l’Unione Europea. Come è stato osservato, la stessa sorte – ovvero la messa in discussione della sua legittimazione – non avrebbe potuto interessare lo stato nazionale classico: anche in tempi di crisi, se si fanno eccezione per le istanze secessioniste e separatiste che pure hanno avuto di recente un revival, la legittimità dello Stato nazionale non viene messa in discussione. Nel caso dell’Unione europea, invece, la crisi economica ha toccato il nervo scoperto riguardante l’identità dell’esperienza europea in quanto tale. Tale esito è ancora più paradossale se si pensa che proprio mentre si adombrava lo spettro della crisi, il processo di unificazione politica sembrava compiere – seppur titubanti – passi avanti, con l’approvazione del Trattato di Lisbona e l’entrata in vigore della Carta dei diritti fondamentali, il Bill of Rights dell’Unione europea. E allora, per usare le parole di Pernice in un recente scritto sulla crisi, viene da chiedersi: What’s wrong with the EU? Un profilo - non certo il solo - che costituisce un aspetto ancora irrisolto dell’Unione è quello che riguarda la legittimazione democratica del sistema politico europeo ed in particolare il profilo relativo alla cittadinanza europea. Nonostante essa sia ancora, rispetto all’omologo nazionale, uno “skinny concept”, indubbiamente “it relates to important concerns - legitimacy, democracy, identity, immigration and diversity, - that are at the center of incendiary debates in the European Union”. Per questo, determinare la natura e rafforzare la consistenza della cittadinanza europea e dei diritti ad essa correlati, potrebbe essere una via per implementare la legittimazione democratica dell’Europa, in un contesto come quello attuale dove essa, in tutte le sue dimensioni, sembra essere venuta meno. E ancora, la consistenza della cittadinanza europea può dire molto circa la natura dell’Unione, come già aveva chiaramente affermato l’Avvocato generale Poiares Maduro in uno dei leading case sul tema in esame: la definizione dei rapporti tra le nozioni di cittadinanza di uno Stato membro e cittadinanza dell’Unione, determina in larga misura la natura dell’Unione europea. A questo proposito, come da autorevole dottrina sostenuto, l’orizzonte a cui guardare è quello dell’affermazione di un autentico “stato costituzionale europeo”, del quale la ridefinizione della cittadinanza e di un demos europeo sarebbero inevitabilmente tasselli fondamentali... (segue)
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