
Con una nota fatta diramare dal proprio ufficio stampa, il Presidente della Giunta regionale del Veneto ha comunicato di aver inviato il 21 maggio 2016 al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell’Interno una lettera con la quale, nel partecipare l’intento di procedere all’indizione del referendum consultivo finalizzato a consentire agli elettori di esprimersi sull’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia alla Regione Veneto, chiede formalmente che detto referendum si tenga “in un Election Day”, in concomitanza con quello sulle riforme costituzionali nazionali. L’iniziativa assunta dal Presidente della Giunta regionale del Veneto rappresenta, al momento, l’ultimo atto di una vicenda istituzionale che ha avuto inizio poco meno di due anni fa allorquando il Consiglio regionale del Veneto ha approvato la l.reg.19/06/2014, n.15 (recante norme relative al referendum consultivo sull’autonomia del Veneto) e la l. reg. 19/06/2014, n.16 (recante “Indizione del referendum consultivo sull’indipendenza del Veneto”). Con due ricorsi distinti (rispettivamente, il n.67 e il n.68, depositati entrambi il 2 settembre 2014) il Presidente del Consiglio dei Ministri aveva promosso questione di legittimità costituzionale nei confronti della l.reg. 15/2014 (per violazione degli artt.3, 5, 116, 117 e 119 Cost., nonché degli artt.26 e 27 dello Statuto regionale del Veneto) e della l. reg. 16/2014 (per violazione degli artt.5, 114, 138 e 139 Cost.). Con sentenza 29/04/2015, n.118 la Corte Costituzionale si pronunciava in ordine ai due ricorsi, dopo aver riunito e deciso congiuntamente i due giudizi. Nella circostanza, la Corte aveva esaminato, in primo luogo, la l. reg. 16/2014, rilevandone la piena illegittimità costituzionale sulla base della prioritaria considerazione che il referendum consultivo in essa previsto “non solo riguarda scelte fondamentali di livello costituzionale, come tali precluse ai referendum regionali…ma suggerisce sovvertimenti istituzionali radicalmente incompatibili con i fondamentali principi di unità e indivisibilità della Repubblica”... (segue)
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