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NUMERO 16 - 10/08/2016

 Prime note sulla funzione di regolazione dell'ANAC nel nuovo codice degli appalti

Cosa c'è veramente di nuovo ed innovativo nella disciplina degli appalti varata con il d.lgs. n. 50/2016? Secondo me il tentativo di costruire un nuovo rapporto tra amministrazioni e imprese attraverso un percorso di regolazione innovativo. Quelle imprese che negli ultimi dieci anni hanno visto modificati oltre la metà degli articoli del codice dei contratti pubblici del 2006 per quasi 600 volte in forza di oltre 50 interventi legislativi. Quelle imprese, private di ogni certezza di fronte ad una legislazione invasiva e spesso oscura con i sui 257 articoli del codice, i 359 del regolamento, le ulteriori leggi di settore, le leggi regionali sui contratti pubblici e le ulteriori disposizioni che tra antimafia e trasparenza impongono oneri e sacrifici che mettono in difficoltà anche le imprese più attrezzate. Quelle imprese che cadono facilmente nella tentazione di corrompere trovandosi spesso di fronte a funzionari che non aspettano che di essere corrotti. Quelle imprese che convivono con le inefficienze di un sistema ove un'opera pubblica viene a costare alla collettività anche fino a 8 volte in più che nel resto dell'Europa. Il nuovo codice tenta di conciliare l'apertura al mercato, la flessibilità e la semplificazione con la tutela del valori della efficienza e della trasparenza nonché la lotta alla corruzione. E tuttavia in un ambiente sociale ove è diffusa l'idea che occorra corrompere per aggiudicarsi una gara. Come è diffusa l'idea che occorre avere una raccomandazione per vincere un concorso. Ripugna pensare che imprese perbene e dipendenti onesti credano che per la loro onestà non faranno strada o carriera... (segue)



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