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NUMERO 8 - 19/04/2017

 Governare per 'decreto'. Il 'caso' Brexit, e non solo

Sfogliando recenti scritti, di giovani e meno giovani studiosi, balza subito agli occhi la profonda convinzione che le ragioni della democrazia pluralista siano ancora “vive e vegete”. Che le sue regole, le sue istituzioni e i suoi principi siano ancora perfettamente adeguati a rappresentare, dar forma e regolare i grandi conflitti della nostra epoca: i laceranti conflitti,economici, sociali, identitari tra vincenti e perdenti della globalizzazione. Nutro grande rispetto per questa convinzione. E, tuttavia, gli argomenti adoperati a sostegno di questa convinzione mi inquietano. Mi inquieta il sentimento (latente, non sempre dichiarato) che sull’altare delle “magnifiche e progressive sorti” della democrazia pluralista e costituzionale possano essere accantonate, sia pur momentaneamente, le ragioni della democrazia,della democrazia senza aggettivi. Un sentimento elitista che non riesco a condividere, emotivamente prima ancora che intellettualmente. Forse, perché appartengo a quella generazione che ha vissuto nel mito della democrazia e che - come detto in altra occasione da Paco Balaguer -lega «in maniera indissolubile il concetto di costituzione con l’idea di democrazia». Non ho il tempo per affrontare la questione a tutto campo. Mi limiterò, pertanto,ad un parziale resoconto di alcuni fatti che hanno a che fare con il tema di questa nostra sessione, i poteri normativi dell’esecutivo. Un resoconto dal quale emergeranno le principali ragioni della mia inquietudine nei confronti delle declinazioni elitiste della Costituzione e della democrazia pluralista. I fatti di cui parlerò si svolgono al di là della Manica. Ma, volgendo lo sguardo al di là dell’Atlantico, all’America di Trump, ritengo possa ad essi essere attribuito un significato più generale. Che è il seguente. Il governare per ‘decreto’ non può essere liquidato semplicemente come manifestazione di una cultura politica intollerante nei confronti dei limiti posti dalla Costituzione al potere esecutivo. L’ascesa del governo legislatore che, in Italia e in tutte le democrazie occidentali, penetra in campi tradizionalmente riservati alla legge parlamentare, è anche l’altra faccia dell’ascesa di quel costituzionalismo populista che si propone di riabilitare una democrazia dell’uomo comune. Con ragioni ed argomenti che intendo “prendere sul serio”. E’ tempo, tuttavia, di iniziare il nostro “resoconto”... (segue)



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