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NUMERO 16 - 04/09/2019

 La ''sfida'' secessionista e il valore ''unificante'' della solidarietà territoriale

La vicenda catalana ha riportato al centro del dibattito istituzionale, e non solo in Spagna, il tema della relazione, per la verità, mai del tutto risolta, tra principio d’indivisibilità dello Stato e autodeterminazione dei popoli. Il lungo iter del referendum sull’indipendenza della Catalogna, voluto fortemente dalla Generalitat de Catalunya e dal suo Presidente Carles Puigdemont, induce a riflettere ancora sulla dialettica tra autonomia e suoi limiti, tra pretese separatiste e solidarietà territoriale. La consultazione dell’ottobre del 2017 rappresenta la tappa più eclatante di un percorso molto travagliato che inizia nel 2010, allorquando il Tribunale Costituzionale giudica non conformi al Testo fondamentale alcune norme dello Statuto della Catalogna approvato nel 2006. In particolare, le previsioni contenute nel preambolo in cui si fa riferimento alla “realtà nazionale” catalana. Dopo il fallimento della proposta del 2014, il Parlamento catalano ci riprova nel 2017, formulando un quesito referendario dal tenore inequivocabile: “Volete che la Catalogna sia uno Stato indipendente in forma di Repubblica?” E l’esito, secondo quanto stabilito dalla legge regionale catalana, avrebbe dovuto avere carattere vincolante. Ciò si poneva in linea con la risoluzione del Parlamento regionale di avviare il procedimento per rendere effettivo il diritto di decidere sul futuro politico collettivo del popolo catalano, nel rispetto dei principi di partecipazione, sovranità, trasparenza, legittimità democratica. Il referendum dava ragione all’opzione separatista. L’istanza autonomista ha visto la schiacciante vittoria dei si, con oltre il 90% dei consensi favorevoli all’indipendenza. Il 17 ottobre 2017 il Tribunale costituzionale dichiarava nulla la legge istitutiva del referendum, in quanto lesiva della supremazia della Costituzione, della sovranità, dell’indissolubile unità della nazione spagnola. Il Parlamento della Regione procedeva, comunque, ad approvare, a scrutinio segreto, la nascita della Repubblica Catalana, come Stato indipendente. Intanto, il Senato spagnolo, con l’applicazione, per la prima volta nella storia, dell’art. 155 della Costituzione, commissariava gli organi della Regione e decretata lo scioglimento del Parlamento catalano, indicendo contestualmente nuove elezioni… (segue)



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