Abstract [It]: lo scritto propone alcune riflessioni in chiave critica intorno al modello della “fondazione di partecipazione” cercando di evidenziarne i tratti distintivi e i punti di contatto principali con le società a partecipazione pubblica. Prendendo le mosse dalle molteplici ragioni della fortuna riscossa negli ultimi anni da questo particolare strumento organizzativo, lo studio si focalizza sia sul tema della compatibilità dell’istituto con gli affidamenti in house, che su quello del regime della responsabilità amministrativa-contabile, alla luce dei più recenti rilievi giurisprudenziali. Ne emerge un modello di organizzazione “atipico” di amministrazione pubblica, certamente più agile e versatile rispetto ai paradigmi tradizionali, seppur fortemente caratterizzato dall’incertezza di quegli istituti che scontano una disciplina legale ancora di là da venire.
Abstract [En]: The article provides some critical reflections on the model of the “Participatory Foundation”, aimed at highlighting its hallmarks and its contact points with public-partnership companies. Starting from the analysis of the reasons that stand behind the popularity of this organizational model, the work is focused on its compatibility with the in-house awards and on the administrative responsibility and accountability, in the lights of the recent jurisprudence. What emerges is an “atypical” public administration’s organizational model, surely more agile and flexible than traditional ones, although it is strongly characterized by the uncertainty of those institutes regulated by an ever-evolving discipline.
Sommario: 1. Le fondazioni di partecipazione nel quadro del partenariato pubblico privato istituzionale. Le ragioni di un successo. 2. Fra autonomia e controllo: le caratteristiche della fondazione di partecipazione. 3. Fondazioni di partecipazione e in house providing: la compatibilità teorica e le incertezze nella giurisprudenza. 4. Segue. La cartina di tornasole: fondazioni di partecipazione e giurisdizione contabile. 5. Considerazioni conclusive: rischi e opportunità di un modello organizzativo “atipico”.
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