Abstract [It]: Il tema del contenuto e dei limiti del potere pubblico di decisione sull’emergenza climatica non è stato approfondito dalla dottrina italiana. Questo spiega perché il dibattito sul contenzioso climatico verso lo Stato venga affrontato presupponendo che esso investa atti politici o comunque questioni di discrezionalità pura, non sindacabili da parte dei giudici. Il presente studio ricostruisce come gli Stati abbiano effettivamente esercitato i loro poteri sovrani sulle questioni climatiche, accettando di autovincolarsi e di condizionare contenuti e fini dei propri atti. Siffatte autolimitazioni hanno prodotto un consensus significativo sia per la buona fede, richiesta dalla Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati, sia per i formanti del diritto italiano a garanzia del neminem laedere.
Title: The discretionary power in the fight against climate change
Abstract [En]: The content and limits of the public power of decision on the climate emergency have never been discussed by Italian doctrine. For this ration, the debate on climate litigation against the State has been approached on the assumption that it involves acts of State or, in any case, matters of “pure discretion”, which cannot be reviewed by judges. This study reconstructs how States have exercised their sovereign powers on climate issues, agreeing to self-limit their decisions and to condition the contents and ends of their acts. These self-limitations produced a significant consensus both for good faith, required by the Vienna Convention on the Law of Treaties, and for Italian legal formants to guarantee neminem laedere.
Parole chiave: emergenza climatica; atto politico; Convezione di Vienna sul diritto dei trattati; limiti al potere discrezionale; neminem laedere
Keywords: climate emergency; act of State; Vienna Convention on the Law of Treaties; limits to discretionary power; nemimen laedere
Sommario: 1. La natura biopolitica delle decisioni sul clima e la molteplicità dei loro livelli di azione. 2. Atto politico e discrezionalità pura nei formanti del diritto italiano. 3. Le cinque decisioni libere nel fine assunte dagli Stati nella lotta al cambiamento climatico. 3a. L’istituzione dell’IPCC, accordo e consensus sui quattro contenuti dell’art. 2 dell’UNFCCC, l’impulso europeo sui limiti al potere statale. 3b. Il consensus sui limiti quantitativi dell’aumento della temperatura media globale. 3c. L’Accordo di Parigi e il consensus sulla «più alta ambizione possibile» nel Global Stocktake. 3d. Dai mandati sull’attendibilità dei rischi e dei danni evitabili alla Risoluzione ONU sul diritto all’ambiente sostenibile. 3e. Il Patto climatico di Glasgow e il SYR IPCC 2023. 4. L’europeizzazione delle cinque decisioni libere nel fine e il principio-criterio DNSH. 4a. DNSH e interesse “prevalente” alla neutralità climatica. 4b. DNSH e limite vitale del Carbon Budget globale residuo. 5. Discrezionalità e “1000-ton Rule”. 6. Conclusione: consumazione della discrezionalità e subordinazione al nemimen laedere.
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