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NUMERO 10 - 01/05/2024

 Diritti, poteri, giudici – Lectio tenuta in occasione della presentazione degli Scritti in memoria di Beniamino Caravita di Toritto (La Sapienza, Roma 19 aprile 2024)

Sono grato agli organizzatori dell’incontro e alla Famiglia per avermi voluto oggi alla presentazione di questa poderosa raccolta di Scritti in sua memoria, in concomitanza con il suo settantesimo anno di età. La memoria serve a trasmettere (anche) la conoscenza: e Beniamino è sempre stato uno studioso rigoroso e curioso intellettualmente, oltre che convinto assertore della interconnessione dei saperi nonché della interconnessione dei fenomeni mondiali. La sua creatura, Federalismi, e la sua produzione scientifica, ma anche quella a carattere divulgativo sui giornali, denotano la curiosità intellettuale e “politica” (nel senso etimologico greco del termine) dello studioso e, quando occorre, del polemista. A lui piaceva dibattere; e il dibattito “organizzato” (mirabilmente, dai curatori) in questi volumi gli sarebbe piaciuto proprio per la eterogeneità dei temi che vi si rinvengono. Proprio per questo io oggi non esporrò una carrellata sugli scritti di Beniamino o su parte di essi: impresa, peraltro, che sarebbe, quanto meno per me, impossibile. Sono andato a rileggermi qualcuna delle dediche personalizzate, a penna, nella prima pagina di qualche suo libro che mi aveva regalato: faceva riferimento al < l’amicizia, la stima, l’affetto degli ultimi 30, 20, 10 anni…e poi per i prossimi 10, 20, 30 anni>. Ma soprattutto -nel volume “Ai margini della dissenting opinion”, sottotitolo “Lo strano caso della sostituzione del relatore nel giudizio costituzionale” - ebbe a scrivere. Si riferiva a quando mi subentrò come assistente di studio del giudice costituzionale Corasaniti, più o meno quarant’anni fa, e a un futuribile ritrovarsi in Corte: la dedica è del 4 marzo 2021 e io non ero ancora in Corte... (segue)



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