
Ancora in attesa di significativi passi in avanti sul fronte della l. istitutiva di cui all’art. 2 co. 6 della l. reg. siciliana n. 8 del 2014 con cui il legislatore siciliano aveva poco più che “annunciato” di voler riformare il governo locale in Sicilia facendo venir meno le Province regionali e introducendo liberi Consorzi di Comuni e prevedendo tre Città metropolitane. Da allora ben poco: solo proroghe e commissariamenti di cui l’ultimo contenuto nella legge regionale del 20 novembre 2014 n. 26 che fissa al 7 aprile 2015 il termine ultimo ed inderogabile di conclusione dell’attività dei commissari straordinari delle ex Province regionali. Frattanto altre battute d’arresto lungo l’impervio iter dei disegni di legge presentati all’ARS sull’istituzione dei liberi consorzi e Città Metropolitane tra cui quello governativo che, privo ancora della relazione tecnica, non è stato neppure calendarizzato in Commissione. Su questi ritardi ha pesato pure l’avvicendarsi in questi ultimi mesi di due assessori alle Autonomie locali e funzione pubblica, Marcella Maria Concetta Castronovo dimessasi il 13 dicembre scorso e sostituita da Ettore Leotta, nominato il 15 gennaio scorso. Da ultimo si segnala che durante l’incontro della scorsa settimana tra il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio e il governo regionale siciliano, tra le altre cose, per quanto in questa sede interessa, è emersa la possibilità di stralciare la disciplina delle Città metropolitane siciliane dalla legge istitutiva di cui sopra, per accelerare i tempi della loro realizzazione in modo da consentire alle stesse di partecipare, con progetti, ai PON e ai fondi strutturali europei. L’accoglienza assai tiepida da parte della competente Commissione dell’ARS di un eventuale stralcio è ascrivibile al timore di un possibile rallentamento che potrebbe determinarsi nell’approvazione della legge istitutiva: esaurita “l’urgenza” delle Città metropolitane, infatti, il governo potrebbe non essere altrettanto solerte sulla legge di riordino degli enti locali nel suo complesso. Intanto la scadenza del 7 aprile non è poi così tanto lontana.
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