
Ora che il Senato ha approvato il 23 gennaio u.s. il disegno di legge del Governo “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione” siamo finalmente in grado di valutare la portata dell’impianto complessivo e di offrire un giudizio sia sulla effettiva percorribilità del processo in esso delineato, sia sul possibile impatto sul sistema statale e regionale. Certo il testo deve passare ancora il vaglio della Camera ma, vista la particolare tenacia (e abilità) mostrata dal Ministro Calderoli è probabile che esso verrà approvato anche dal secondo ramo del Parlamento ed è altrettanto probabile che l’impianto complessivo resterà sostanzialmente immutato. Iniziamo con il dire che questo è assai più articolato di quello inizialmente presentato, probabilmente a causa delle molte mediazioni che si sono rese necessarie quando all’interno della maggioranza, quando con l’opposizione, quando con il sistema delle autonomie territoriali e quando con altri attori interessati al processo (sindacati, confindustriali, grandi apparati dello Stato….). Rimangono alcuni nodi su materie e risorse che non sono completamente sciolti e che è indispensabile districare prima di far partire tutto il percorso... (segue)
Il referendum sul regionalismo differenziato: i principi, l’attuazione, le Corti e la sovranità popolare
Annamaria Poggi (01/01/2025)