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di Gennaro Migliore
La parabola dei due
La parabola dei due “uomini nuovi” della politica italiana, Walter Veltroni e Renato Soru, si è infranta sulle aspre coste della Sardegna, prima terra orgogliosa di sé e oggi di nuovo invasa dal potere che sbarca dal continente, con la faccia soddisfatta e tracotante di Silvio Berlusconi. “Simul simul”, per citare la Bibbia, i due alfieri di una idea post ideologica delle forze democratiche di centrosinistra si sono incontrati al termine, peraltro inatteso nelle proporzioni e quindi più esplosivo, di due itinerari politici, ed umani, molto diversi tra loro, ma che si rispecchiano nelle grandi domande inevase che la crisi attuale della politica propone.
Renato Soru si impose cinque anni fa come un’ancora imperscrutabile oggetto misterioso della politica isolana. La sua biografia parlava la lingua del “self made man”, affermatosi professionalmente sul terreno più avanzato, quello della new economy che viaggiava sul web, nella terra meno vocata, almeno fino a quel momento, sul piano dell’innovazione tecnologica e produttiva. Un uomo che conservava tutte le caratteristiche più profonde di quella terra, ma che era stato capace di farle vivere in una dimensione inedita e per certi versi unica nel panorama industriale recente del nostro paese. Quando mi capitò di visitare la factory di Tiscali, affacciata sugli stagni alle porte di Cagliari dove si possono incrociare ancora i rari fenicotteri rosa mediterranei, mi colpì la ricerca spasmodica della “comunità produttiva”. Una comunità tanto più solidale al suo interno, guidata dal padre simbolico Soru, tanto più forte all’esterno nel mare aperto della competizione internazionale. Questo stesso modello, nel corso degli anni, Renato Soru ha provato ad immettere nella sua esperienza politica di amministratore pubblico. La “sardità” come collante comunitario prima ancora che identitario, la pragmaticità nelle scelte, prese spesso contro la sua stessa maggioranza, per inverare un progetto di governo disteso su tempi medio-lunghi. L’origine della crisi che ha portato alle elezioni anticipate è un esempio illuminante dell’interpretazione data da Soru del proprio mandato. Il governatore viene battuto in aula sul piano di riassetto territoriale dell’isola, che nelle intenzioni guardava alla Sardegna dei prossimi vent’anni, in nome di un’urgenza diffusa di investire sul consenso minuto derivante dal riavvio dell’edilizia con finalità turistico ricettive.
(segue)
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