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NUMERO 7 - 02/04/2014

 La crisi dell’Eurozona e la (dis)unione bancaria

La recente crisi finanziaria e quella, ad essa connessa, dei debiti sovrani, hanno contribuito ad alimentare un clima di incertezza sulla stabilità dell'UE, creando dubbi, altresì, in ordine all'effettiva coesione tra i Paesi appartenenti alla zona euro. Gli eventi che dal 2007 hanno colpito l'intero pianeta, piuttosto che costituire un collante tra gli Stati dell'Unione per la salvaguardia di interessi comuni, hanno reso evidenti, amplificandole, le diversità delle singole realtà componenti il quadro europeo. Pertanto, i detrattori della moneta unica (cc.dd. euroscettici) hanno colto l'occasione per ribadire le proprie convinzioni. Va, tuttavia, fin da subito chiarito come, a nostro avviso, un'eventuale "uscita dall'euro" dei Paesi in difficoltà non gioverebbe loro; e ciò in quanto la conseguente (inevitabile) svalutazione monetaria creerebbe, a lungo termine, ben più gravi pregiudizi di quelli attuali. Nondimeno, lo scioglimento dell'Unione, farebbe ricadere ingenti costi a carico degli Stati che, al presente, hanno patito meno le conseguenze negative della crisi (ci si riferisce, ad esempio, alla Germania)... (segue)



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