Ad avviso del Gruppo di Lavoro, molti dei programmi di sorveglianza sembrano diretti alla raccolta massiva e al relativo trattamento di dati personali da varie fonti online e riguardano sia contenuti che dati di traffico. Spesso i servizi di intelligence hanno condotto le attività di sorveglianza senza alcuna distinzione tra individui sospetti e non, e in alcuni casi sono emerse profonde collaborazioni tra diversi Paesi attivi nei programmi di sorveglianza in questione.
Una soluzione proposta dal Gruppo di Lavoro consiste nell’inserimento nel Regolamento in materia di protezione dei dati personali in corso di approvazione di un apposita norma che stabilisca la necessità che l’Autorità garante nazionale interessata riceva la notifica e conceda una preventiva autorizzazione per la disclosure di dati personali richiesta da qualsiasi autorità di un Paese terzo (amministrativa o giurisdizionale), con eventuale informativa agli interessati dal trattamento.
Il Gruppo di Lavoro, inoltre, sottolinea la necessità di una definizione normativa di due concetti chiave, quello di “sicurezza nazionale” e quello di “trasferimento di dati”, auspicando sul tema il più ampio coinvolgimento dei soggetti interessati.
Nota di S.C.
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