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Numero 6 - 21 marzo 2012 NORMATIVA [41]    GIURISPRUDENZA [40]    DOCUMENTAZIONE [9]

Riflessioni sulla dimensione europea della disciplina bancaria

Nate per servire l’economia reale fungendone da complemento necessario per il continuo sviluppo della stessa mediante l’erogazione del credito raccolto tra il pubblico dei risparmiatori, nell’ultimo quarantennio le banche hanno intrapreso e portato a progressivo compimento un processo di allontanamento dalla modalità tipica del loro agire, quella segnata dalla coppia di attività “raccolta del risparmio – erogazione del credito”; è sì vero che tale processo di snaturamento rispetto alla funzione tradizionale dell’attività bancaria ha toccato particolarmente le banche americane e inglesi, ma – seppure in misura minore - esso è stato avvertito anche nell’Europa continentale. Quanto questo processo abbia giovato alla crescita e allo sviluppo economico tutti – oramai, e amaramente - lo sappiamo. Delle banche, pertanto, si parla oggi con accenti fortemente critici: l’ingordigia e l’avidità dei loro manager sono oggetto di commissioni d’indagine, programmi elettorali, progetti legislativi; la loro ritrosia nel finanziare il mondo produttivo sta alla base delle tensioni tra banchieri e settori produttivi; la loro capacità – specie delle grandi banche d’affari - di insinuare loro rappresentanti persino nei governi dei più importanti paesi del mondo, compreso il nostro, autorizza i più a colorare con il colore del retro-pensiero anche le scelte più coraggiose. E, poi, nel 2008, è arrivato il castigo della Global Financial Crisis, la situazione in cui il mondo è stato più vicino alla Great depression del 1929. Il legame tra crisi finanziaria e banche (o, comunque, sistema finanziario, del quale le banche sono gli esponenti più rilevanti) è percepito e noto, oramai, da tutti, tanto e tale è stato l’impatto sulla quotidianità dei più di noi. Carnefici e vittime allo stesso tempo, l’ingegneria finanziaria che le banche hanno per prime esperimentato si è ritorta contro loro stesse, mettendole rapidamente in ginocchio¸ dapprima in Gran Bretagna (il caso di Northern Rock rimarrà nella storia dei run on the bank) ma, poi e fondamentalmente, negli Stati Uniti e da lì in tutto il mondo civilizzato e finanziarizzato. Parzialmente immuni nella crisi finanziaria 2007 - 2009, le ottomila banche europee - che gestiscono più del cinquanta per cento degli attivi di tutto il sistema bancario mondiale - sono ora al centro di una nuova, e forse più grave, crisi, questa volta legata ai debiti sovrani e agli investimenti in titoli pubblici che esse avevano fatto. Un drammatico continuum, dal 2007 a oggi, una downward spiral da film dell’orrore, che ha posto le banche al centro delle agende dei policymakers di tutto il mondo. Come si pone, ci si deve chiedere, il legislatore comunitario verso questo sistema bancario? In che misura i legislatori nazionali hanno perduto la loro sovranità nei confronti del sistema bancario?... (segue)

La questione femminile a 150 anni e oltre dall’Unità d’Italia: quali sfide da affrontare; quale eredità da trasmettere

Un anno fa mi chiedevo se abbia ancora senso celebrare l’unità nazionale di fronte a due tendenze – fra loro contrapposte ed apparente-
mente o effettivamente in contrasto con l’idea dell’unità – sempre più ricorrenti: la prospettiva europea e più ancora quella globale, in cui l’identità nazionale si sperde nel multiculturalismo e nella multietnicità; all’opposto, la prospettiva locale della chiusura, della secessione e del separatismo... (segue)

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Constitutionnalismes nationaux et constitutionnalisme européen:les droits fondamentaux sociaux, la Charte des droits de l’Union Européenne et l’identité constitutionnelle nationale

Les considérations qui suivent se limitent à examiner quelques unes des nombreuses problématiques (anciennes et récentes) débattues par la doctrine sur les rapports entre le processus... (segue)

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Autonomia, indipendenza e poteri “decisori” degli organi di garanzia statutaria, con particolare riferimento alla Commissione garante della Lombardia.

La maggior parte dei nuovi Statuti regionali prevede, accanto agli organi regionali di cui agli artt. 121 e, oggi, 123, co. 4, Cost., la presenza di organismi di garanzia statutaria, variamente denominati, cui vengono affidati compiti di natura... (segue)

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Non terminare l’opera vale quanto non averla iniziata: la Corte alza l’asticella e l’interpretazione conforme continua a mietere vittime

La primissima lettura dell’ordinanza n. 26 del 2012 ha suscitato immediatamente la sensazione di trovarsi davanti ad una pronuncia della Corte sulla quale fosse necessario svolgere qualche... (segue)

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La Corte Costituzionale: giudice delle libertà o dei conflitti?

La Corte costituzionale   italiana ha sviluppato, in più di mezzo secolo di attività non soltanto una giurisprudenza incisiva, che ha influito sui singoli e sui gruppi, ma ha indubbiamente svolto una serie di funzioni, che costituiscono l’estensione dell’idea che il Costituente si era fatto della copertura co­stituzionale ad essa attribuita. Essa ha, però, risentito della persistente incertezza del processo di transizione istituzionale italiano... (segue)

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La Corte Costituzionale: giudice delle libertà o dei conflitti?

Desidero innanzitutto ringraziare il collega ed amico Beniamino Caravita per aver preso l’iniziativa di questo Convegno. Si tratta di un Convegno che ritengo particolarmente importante, anche per le ragioni indicate dall’amico Lanchester. Come peraltro dirò subito dopo, i motivi particolari di questa importanza mi inducono ad andare al di là delle ragioni specifiche indicate nel Convegno medesimo... (segue)

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