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di Pietro Ciarlo
Osservazioni a prima lettura sul disegno Renzi-Boschi di revisione costituzionale
Condivido l’impostazione di fondo del disegno di legge di riforma costituzionale presentato dal governo Renzi. Infatti, ho sempre pensato che, in riferimento ai rapporti tra centro e periferia, dovesse essere costituzionalizzata la conferenza Stato-Regioni-Enti Locali e che le due camere dovessero essere unificate in un solo “Parlamento della Repubblica” (cfr. Ciarlo-Pitruzzella, Monocameralismo: unificare le due Camere in un unico Parlamento della Repubblica, Commissione per le riforme costituzionali). Il disegno di legge Renzi, caratterizzandosi in senso sostanzialmente monocameralista, appare mutuare una tale impostazione e gli scostamenti da essa sembrano dettati soprattutto da esigenze di “gestione politica” della riforma. Non a caso nella prima stesura del disegno di legge si parlava di un’Assemblea degli enti territoriali, mentre nella stesura definitiva è stata adottata la più mimetica denominazione di “Senato delle autonomie”, pur restandone sostanzialmente invariati i profili strutturali e funzionali. Credo, che tale nuova denominazione non agevoli particolarmente il percorso della riforma infatti essa appare per molti aspetti solo nominalistica. Di sicuro gratifica il versante regionale, ma lascia, però, intatto l’ ineludibile nodo della approvazione da parte del Senato. Da questo punto di vista, credo che nella comunicazione politica ma soprattutto nel testo normativo di riforma andrebbe accentuato l’aspetto di unificazione delle due camere, piuttosto di quello della soppressione di una sola di esse. Bisognerebbe fugare ogni sensazione di ingiustificati intenti o effetti punitivi a carico del Senato, ribadendo, viceversa, la necessità di ridurre il numero dei parlamentari e di eliminare le inutili duplicazioni delle sedi decisionali derivanti dal bicameralismo. Ove in Senato si incontrassero difficoltà nell’approvazione del testo, una riflessione su questi aspetti potrebbe aiutare il loro superamento... (segue)
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