In merito al Decreto -legge 4 ottobre 2018, n. 113, convertito con modificazioni dalla legge 1 dicembre 2018, n 132, appare azzardato esprimere un giudizio complessivo; trattasi infatti di un intervento legislativo molto vasto ed eterogeneo, tecnicamente realizzato con modalità erosive dettagliate, sulle quali mancano ancora tutti gli indirizzi applicativi della Amministrazione dell’ interno, questi probabilmente, si svilupperanno man mano che si dovranno affrontare i problemi attuativi più complessi. I tempi sono comunque prematuri per valutare l’effetto concreto che produrranno le modifiche realizzate, sia in chiave di protezione internazionale ed immigrazione, che in tema di prevenzione e contrasto dei fenomeni criminali, in particolare per ciò che attiene la sicurezza urbana, aspetto forse più rilevante da un punto di vista personale. Per quest’ultimo aspetto ritengo che la grave crisi di legalità e di responsabilità etica che i governi del territorio stanno attraversando da più di un ventennio, giustifichi le strategie messe in campo - in un’ottica di sussidiarietà – per il rafforzamento dell’azione dello Stato e delle Autonomie locali. La risposta di natura securitaria offerta dal complessivo impianto normativo del c. d. “decreto sicurezza” alle crescenti difficoltà ed alle molteplici urgenze presenti sul territorio nazionale, non costituisce da sola la soluzione ai “mali” ed alle “carenze” di Stato sociale accumulate dal nostro Paese nel corso dei decenni, spesso a causa di scelte di tipo individualistico mascherate ora da interessi generali, ora da falsi egualitarismi democratici. Occorre essere consapevoli che le misure volte a razionalizzare e gestire più efficientemente il fenomeno migratorio, nonché a rafforzare la sicurezza pubblica, non sono sufficienti da sole a migliorare le condizioni di governo di territori fortemente degradati, quali sono oggi purtroppo, buona parte dei comuni d’Italia. Altre sono le strategie di prevenzione da porre in essere, sia pure congiuntamente, quali ad esempio progetti di valorizzazione culturale e sociale per fronteggiare i pericoli ed i rischi di decrescita economica e, soprattutto progetti educativi e di formazione per contrastare la perdita di visione umana del vivere civile. Le misure adottate, costituiscono tuttavia una razionalizzazione ad intenso valore politico, una netta linea di intervento prevalentemente finalizzata, in relazione al fenomeno immigratorio, a superare il “ diritto di permanenza indistinto” modulando i maggiori livelli di tutela nei confronti degli stranieri che vantino una protezione internazionale e costituzionale ( art. 10 della nostra Costituzione), e rispetto alle garanzie di sicurezza pubblica, a migliorare le strategie di contrasto della criminalità negli apparati pubblici e negli enti locali Prenderò in considerazione nel proseguio, alcuni dubbi interpretativi in materia di iscrizione anagrafica, nonché in tema di speciale protezione offerta a coloro che siano portatori di gravi patologie mediche, mentre sulla disciplina di sicurezza mi soffermerò a riflettere sullo sviluppo emendativo dato dagli articoli 143 e seguenti del TUEL. Per far questo cercherò di attingere alla mia esperienza di civil servant da lungo tempo al servizio delle autonomie locali sia in sede centrale… (segue)
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