La Costituzione irlandese, dopo essere stata approvata dalla Camera dei rappresentanti e legittimata dal popolo nel referendum del 1°luglio 1937, entrò in vigore come Bunreacht na hÉireann il 29 dicembre del 1937. Il processo di elaborazione della Costituzione d’Irlanda si deve principalmente alla spinta riformatrice impressa da Eamon De Valera, fondatore nel 1925 del Fianna Fáil partito che, con la vittoria elettorale del 1932, rimase alla guida del Governo per ventuno anni quasi ininterrottamente, fino al 1948. La politica di De Valera, condotta sulla spinta della tradizione indipendentista condotta dai movimenti politici capeggiati dal Sinn Fèin, il Partito dei «noi soli», veniva a qualificarsi di completamento di un processo già avviato con l’adozione, nel 1922, del Irish Free State Constitution. La Costituzione dello Stato Libero d’Irlanda, adottata a seguito del Trattato di pace anglo-irlandese del 6 giugno 1921 costituiva il primo importante risultato dell’indipendenza costituzionale irlandese, attraverso il riconoscimento dello status di Dominion sotto il British Commonwealth alle ventisei contee dell’Isola, permettendo loro di affrancarsi dalla Gran Bretagna ed entrare a far parte dello Stato libero d’Irlanda e concedendo invece, alle sei contee del Nord, in gran parte protestanti, di rimanere sotto il controllo diretto della Madrepatria. Con l’entrata in vigore della Costituzione del 1937 dunque, al Irish Free State è formalmente succeduto l’Eire, sebbene l’Irlanda sia divenuta una Repubblica parlamentare soltanto a partire dal 18 aprile 1949, quando cioè furono formalmente recisi i legami con il Commonwealth, con l’entrata in vigore del Republic of Ireland Act, approvato dal Parlamento irlandese nel 1948. L’Irlanda accoglie il modello di Repubblica parlamentare e riproduce lo schema tipico di quelle Costituzioni tracciate secondo il principio della separazione dei poteri… (segue)
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