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NUMERO 1 - 13/01/2010

 I diritti fondamentali dell'Unione Europea fra trattati (di Lisbona) e Costituzione

A conclusione di un lungo iter segnato dalle discussioni politiche e dai dibattiti giuridici che hanno accompagnato la proclamazione (a Nizza, nel 2000) della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea – colta come Bill of rights di un’Europa ormai divenuta politica– veniva sottoscritta (Roma, 29 ottobre 2004) la bozza di ‘Trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa’. Tale (bozza di) trattato, definito da una parte della dottrina come (un vero e proprio) Trattato-Costituzione, avrebbe conosciuto la piena vigenza a partire dal 1° novembre 2006, qualora, entro tale data, fosse stato ratificato dai Parlamenti degli Stati membri della Unione europea. Come è noto, così non è stato in ragione dei pronunciamenti referendari negativi registrati in Francia e in Olanda. Ancorché con un’intensità ben diversa da quella sollevata dalla sensibilità costituzionale evidenziata (già a partire dalla sua intestazione) nel ‘Trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa’, la crescente centralità del diritto dell’Unione continua a rimanere di stringente attualità nel suo farsi carico delle complesse questioni poste dalla necessaria coabitazione della cultura dell’integrazione europea con quella del rispetto della uguaglianza degli Stati membri davanti ai trattati e della loro identità nazionale insita nella loro struttura fondamentale, politica e costituzionale, compreso il sistema delle autonomie locali e regionali (art. 4 dei ‘nuovi’ trattati, già art. I-5 del Trattato costituzionale non ratificato)...
(segue)

 
 



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