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di Silvio Gambino
Autonomie territoriali e riforme
Non sempre e non facilmente le forme di Stato risultano comparabili fra loro rispetto alla natura e alla stessa intensità del decentramento territoriale dei poteri. Inscrivendosi in una diversità di esperienze storico-politiche, tuttavia, le stesse ritrovano un punto comune di riferimento intorno a tre principali modelli ideal-tipici: quello dello Stato unitario, quello dello Stato federale e quello dello Stato confederale (quest’ultimo, in verità, costituendo poco più che un’astratta categoria tipologica). Gli Stati Uniti costituiscono la principale esperienza di riferimento – l’archetipo – del modello federale, mentre in Europa, se si fa eccezione per la Germania, ha visto la sua originaria affermazione il modello di Stato unitario, che, nel tempo, sia pure in modo graduale e differenziato da Paese a Paese, ha conosciuto, in modo crescente, il decentramento di poteri verso la periferia, prima di tipo esclusivamente amministrativo (deconcentrazione, decentramento amministrativo) e in seguito, a partire dalle costituzioni del secondo dopoguerra, di tipo legislativo (regionalismo) e amministrativo.
Gli aspetti fondamentali del modello di Stato unitario, come è noto, sono dati da un rigido accentramento e dalla centralizzazione amministrativa nonché dalla fondazione di un sistema autoritativo esclusivo dello Stato, fondata su una relazione gerarchica con le collettività locali. Sotto tale profilo, l’archetipo è costituito dal modello francese, che si presenta in modo fortemente differenziato rispetto all’assetto organizzatorio dei rapporti fra centro e periferia sperimentato già da vecchia data dal costituzionalismo britannico, con il riconoscimento di forme di autonoma rilevanza politica agli organismi territoriali esponenziali delle realtà territoriali. La centralizzazione e l’uniformità amministrativa, che sono fra gli aspetti che maggiormente caratterizzano le esperienze europee di Stato unitario (a partire dal caso francese), si fondano sull’argomentazione (istituzionale e politica) secondo cui tali profili organizzatori esprimono, integrano e perfezionano l’unificazione politica degli Stati, divenendone perciò un elemento indefettibile. Unità, centralizzazione e uniformità costituiscono, così, altrettanti profili caratterizzanti la rete istituzionale dei rapporti fra potere politico centrale, territorio e cittadini, fra autorità politico-amministrative centrali e amministrazioni locali e che, quasi ovunque, come le singole realtà nazionali testimoniano, si sono riflesse nel disconoscimento e/o compressione dei livelli di governo locale e, quando previsti in sede costituzionale, nella loro amministrazione attraverso formule di governo standardizzate e uniformi sul territorio (prescindendo cioè dalle diversità culturali e politiche delle diverse realtà regionali e locali).
(segue)
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