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FOCUS - La nascita dei governi

 L'VIII Legislatura al capolinea: il Governo Fanfani V e la crisi dei partiti nei primi anni Ottanta

Il Governo Fanfani V è stato il sesto ed ultimo dell'VIII Legislatura e quarantunesimo dell'Italia Repubblicana. Abbandonata la formula pentapartitica del Governo Spadolini II che lo aveva preceduto, il nuovo Governo comprendeva quattro forze politiche, DC-PSI-PSDI-PLI, “avendo il PRI (che faceva parte del precedente pentapartito) deciso di non parteciparvi”. Con Fanfani alla guida, il Governo si rinnovò non solo nella formula ma anche nella composizione, garantendo da un lato la “collegialità quadripartita”, vale a dire l'equa distribuzione delle cariche tra le quattro componenti partitiche ed accogliendo, dall'altro, rispetto all'esecutivo che l'aveva preceduto, dieci nuovi ministri di cui otto di prima nomina. In particolare furono rinnovati i cosiddetti “ministri finanziari”: alle Finanze fu nominato Francesco Forte (PSI) che prendeva così il posto del compagno di partito Rino Formica; Giovanni Goria (DC) andò invece al Tesoro, dicastero invece guidato da Beniamino Andreatta (anch'egli DC) durante l'esperienza di governo spadoliniana. Fanfani era riuscito a trovare un'intesa con i partiti che formavano la nuova maggioranza proprio sulla base degli obiettivi di politica economica e finanziaria prefissati nel suo programma, anche se la mancata riconferma di Andreatta e di Formica era dettata non tanto dalla necessità di consolidare a livello rappresentativo il cambio di rotta nell'indirizzo di governo, quanto piuttosto, come vedremo, da ragioni di opportunità politica... (segue)



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