La mia personale attenzione in riferimento alla legge c.d. Madia cade in particolare sulla delega legislativa al Governo per la riorganizzazione dell’amministrazione dello Stato, comprendendovi la disciplina della Presidenza del Consiglio dei ministri, dei Ministeri, delle agenzie governative nazionali e degli enti pubblici non economici nazionali (art. 8). Più in particolare, mi suscitano interesse, i principi e criteri direttivi riferibili alla riorganizzazione dell’amministrazione periferica dello Stato (APS) quanto, tra l’altro, al riordino, accorpamento o soppressione degli uffici al fine di eliminare duplicazioni o sovrapposizioni di strutture o funzioni (lett. a) e quanto alla riduzione del numero delle prefetture, alla trasformazione della prefettura-UTG in Ufficio territoriale dello Stato e alla confluenza nell’UTS di tutti gli uffici periferici delle amministrazioni civili dello Stato (lett. e). La questione del riordino dell’amministrazione statale e dell’APS non è nuova. E’ dalla realizzazione delle regioni ordinarie che il tema dell’assetto dei poteri locali è costantemente accostato a quello della riforma dello Stato (“le Regioni per la riforma dello Stato”), salvo essere stato sempre in buona misura rinviato a tempi migliori. Sebbene nel corso del tempo siano state trasferite al sistema degli enti territoriali funzioni e strutture precedentemente svolte da uffici statali, l’APS ha retto brillantemente anche all’avvento del principio di sussidiarietà che ha costituito la parola-chiave del federalismo amministrativo avviato, a costituzione invariata, con la legge cd. Legge Bassanini (n. 59 del 1997) e poi recepito nella, in qualche misura, conseguente revisione dell’art. 118 Cost. (legge cost. n. 2/2001). Ciò ha determinato la paradossale situazione che - pur tenendo conto della soppressione, del trasferimento delle funzioni o del riordino di alcuni uffici locali avvenuti da ultimo in attuazione della legge Bassanini - si può agevolmente constatare che le articolazioni periferiche delle amministrazioni centrali hanno visto, in questi anni, addirittura un potenziamento in funzione di un decentramento gerarchico e non autonomistico dell’attuazione sul territorio di politiche di settore rimaste o richiamate in capo allo Stato (cfr. G. Sciullo, La semplificazione dell’organizzazione, in Dir. amm., II, 2009, 413 ss., C. Lacava e E. Midena, La riorganizzazione dell’amministrazione centrale, Giorn. dir. amm., 2008, 1191 ss.)... (segue)
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