L'identità istituzionale dell'apparato della pubblica amministrazione

La tematica così delimitata, si riconosce, può destare più di un motivo di allarme poiché l’apparato p.A., muovendo senza alcuna precisazione lungo l’iter storico istituzionale, si continua a considerarlo come un mero tratto e quindi senza alcuna distinzione nel composito potere esecutivo, secondo una prospettiva  di elaborazione scientifica che storicamente  dal vecchio regime pre-costituzionale è stata trasferita, con pochissime e lievi modifiche, nel nuovo regime costituzionale. Infatti sembra che l’intera problematica sollevata in dottrina durante il regime politico monarchico puro e successivamente col tempo evolvendosi in parlamentare (liberale) risulta ancora all’ordine del giorno della differente fisiologia del regime parlamentare costituzionale. Un siffatto rilievo (è da sospettare) può essersi consolidato anche in virtù dell’opinione diffusa che la subentrata Carta Costituzionale abbia trascurato l’esigenza di introdurre una più adeguata disciplina appunto della P.a., cioè dell’apparato burocratico statale. Ed è specialmente una osservazione (o, se si vuole, una tale “sensazione”) che ha generato in chi scrive l’attenzione prestata alla tematica, anzi al particolare angolo nel quale rivolgere l’indagine. E si dichiara subito che l’osservazione non sembra totalmente condivisibile non soltanto in ragione del fatto che l’asserzione  è frutto dell’esame interpretativo di singole disposizioni costituzionali (secondo il progressivo orientamento dottrinale) evitando per converso di riemergerle nel tessuto connettivo della Carta da cui esse si dipartono, ma anche perché a ben considerare le disposizioni che contengono un riferimento  specifico alla p.A., già ad un primo esame, non sembrano, pur utilizzando un lessico familiare alle elaborazioni scientifiche precedenti, voler ripercorrere vecchi itinerari e che perciò possono giustificare l’incontrollata adozione delle passate storiche sistemazioni… (segue)