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NUMERO 18 - 02/10/2019

 La contrattazione algoritmica

Abstract [It]: Il Draft Common Frame of Reference, prototipo di codice europeo, mirante alla creazione di un modello unico aspirante alla dignità di normazione comune per tutti i consociati, accoglie il sostrato proprio della tradizione romanistica, quale poi si è sviluppata nel diritto comune che intende ill contratto come consensus in idem placitum. Il dogma della volontà proprio della Willenstheorie, ancora oggi echeggiante nelle impostazioni codicistiche continentali, rischia tuttavia di essere messo in discussione dallo smart contract. Nel nuovo strumento contrattuale l’intreccio tra tecnologia e diritto risulta esiziale: l’automatismo che lo contraddistingue rischia di fagocitare l’essenziale elemento volontaristico e il noto schema contrattuale di antico conio. Tale circostanza ha suscitato perplessità nella dottrina continentale e d’oltreoceano, che si è interrogata sulla natura giuridica dello strumento in esame. Anche il contratto intelligente, qualora voglia ritenersi che di contratto vero e proprio si tratti, rischia di rientrare nell’ampio genus dei contratti alieni o legibus soluti. Anzi, a fortiori, è esso stesso che pretende di dettare, attraverso la sua adozione, la legge del mercato, oggi non solo più globalizzato ma anche digitalizzato. Tentativi di tipizzazione appaiono inadeguati ed estremamente difficoltosi. Questo per la particolare struttura dello stesso, il quale in realtà risulta agevole per dare esecuzione a una diversità di fenomenologie giuridiche, che già costituiscono contratti tipici o clausole autonome. Le questioni giuridiche che si interfacciano coi nuovi istituti sono numerose e complesse, per cui non è possibile addivenire a soluzioni eccessivamente semplificatrici e istantanee. È possibile però offrire agli interpreti criteri di analisi dedotti dai principi generali che, a prescindere dal mutamento dei tempi e della tecnica, sono destinati a costituire il faro che illumina la buia foresta delle molteplici forme di negoziazione algoritmica.

 

Abstract [En]: The Draft Common Frame of Reference, the prototype of a European code, aimed at creating a single model aspiring to the dignity of standardization common to all the Member States, welcomes the substratum proper to the Romanesque tradition, as it then developed in the common law and beyond, of contract as consensus in idem placitum. The dogma of Willenstheorie’s own will, still echoing in the continental codic settings, risks however of being questioned by the smart contract. In the new contractual instrument, the intertwining of technology and law is fatal: the automatism that distinguishes it risks of engulfing the essential element of voluntarism and the well-known contractual framework of ancient coinage. This circumstance has caused perplexity in continental and overseas doctrine, which has questioned the legal nature of the instrument in question. Even the “intelligent contract”, if we want to consider it a real contract, is part of the broad genus of alien or lawless contracts: indeed, moreover, it claims to dictate, through its adoption, the law of the market, today not only more globalized but also digitalized. Typification attempts would certainly appear to be inadequate and extremely difficult: this is due to the particular structure of the contract, which in reality can implement a diversity of legal phenomenologies, which already constitute typical contracts or separate clauses. The issues that are interfaced with the new institutes are numerous and complex, so that it is not possible to reach excessively simplifying and instantaneous solutions. It is possible, however, to offer interpreters analytical criteria derived from general principles that, regardless of the change in timing and technique, are intended to be the beacon which illuminates the dark forest of the many forms of contractual negotiation.



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