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FOCUS - Osservatorio sul diritto elettorale

 Elezioni in Liechtenstein 2025: dinamiche di un micro-parlamentarismo unico

Lo scorso 9 febbraio si sono celebrate le elezioni legislative per il rinnovo del Landtag (Parlamento) unicamerale del Principato del Liechtenstein. Nonostante le dimensioni numericamente esigue del Landatg, che conta infatti solo 25 membri, la consultazione presenta notevole interesse sotto almeno due profili: il primo riguarda la distribuzione del voto in un contesto di micro parlamentarismo, mentre il secondo il ruolo che il nuovo Landtag può andare a ricoprire nel contesto della peculiare forma di Stato (Stato ellittico o bifocale, con due sovrani) e di governo (molto simile a quella monarchia costituzionale, con un Principe governante non responsabile, ma popolarmente destituibile) del Paese.

Il contesto micro statuale che caratterizza il Principato, con una popolazione stimata di 41.232 abitanti al dicembre 2023, si sostanzia, dal punto di vista della rappresentanza, in un micro Parlamento di 25 membri, che garantisce comunque un eccellente grado di rappresentatività. L’importanza del corpo elettorale è poi ulteriormente amplificata dal frequente ricorso a consultazioni referendarie e altri istituti di democrazia diretta che consentono a uno dei due poli sovrani di esprimere direttamente e più volte all’anno tale sovranità.

Le recenti elezioni si sono caratterizzate per un paio di elementi di novità nella distribuzione dei seggi, e dei voti rispetto non solo alla precedente tornata elettorale del 2021, ma a quella che è la storia elettorale del Paese. Dei 21.183 votanti registrati (dato al dicembre 2024), se ne sono recati alle urne 16.171 (di questi i voti validamente espressi sono 15.748), con un’affluenza quindi del 76,34%, in calo dello 1,67% rispetto all’ultima consultazione.

I quattro partiti ufficialmente registrati e riconosciuti hanno acceduto tutti alla distribuzione dei seggi. Per quanto di orientamento politico diverso, il sistema partitico liechtensteinese non si caratterizza per polarizzazione ideologica, come del resto avviene nella grande maggioranza degli Stati di micro dimensione. La Vaterländische Union-VU (Unione patriottica) ottiene 79.478 voti (pari al 38,2% dei voti totali) che si traducono in 10 seggi. Se a livello di seggi la VU non registra alcun incremento, a livello di voti esso ammonta al 2,7% rispetto al 2021. Il Fortschrittliche Bürgerpartei-FBP (Partito progressista dei cittadini) conquista invece 7 seggi, per un totale di 56.983 voti (27,5% del totale), il peggior risultato della storia del Partito. Concretamente, la cattiva performance porta a un calo di 3 seggi e dell’8,4% dei voti espressi rispetto alle precedenti elezioni del 2021. I Demokraten pro Liechtenstein-DpL (Democratici per il Liechtenstein) fanno invece registrare il miglior risultato della loro storia con 6 seggi e 48.370 voti (23,3% del totale), registrando quindi un incremento di 4 seggi e del 12,2% in termini di voti rispetto al 2021. Infine, la Freie Liste-FL (Lista libera) ottiene 2 seggi (uno in meno rispetto alla precedente legislatura), parti a 22.549 voti (10,9% del totale), cui corrisponde un calo del 2%.

Per quanto concerne invece la distribuzione dei seggi per genere e non per partito politico, le elezioni del 2025 confermano la percentuale della scorsa legislatura, con dunque 7 parlamentari donne su 25, pari al 28% del totale. Sulla rappresentanza di genere è però opportuno rilevare come, per la prima volta nella storia del Principato, ben due partiti, la VU con Brigitte Haas e la FL con Manuela Haldner-Schierscher, si sono presentati davanti agli elettori con una leader – e quindi candidata premier – donna. Secondo infatti l’art. 79, c. 1 LV (Liechtenstein Verfassung), spetta al Principe regnante, su proposta del e di intesa con il Landtag, la nomina del capo del governo (e dei quattro ministri) che, come appena rimarcato, sarà molto probabilmente Haas, in ragione delle negoziazioni in corso tra la VU e il FBP per formare una nuova Große Koalition. La scelta di Haas risulta anche dal fatto che, contrariamente ad esempio alla scorsa legislatura, la VU è il solo partito di maggioranza; inoltre, la VU aveva già espresso il capo di governo nel 2021, l’uscente Daniel Risch, già in coalizione con il PBP, nonostante allora entrambi i partiti avessero ottenuto 10 seggi ciascuno. Ad ogni modo, la sessione parlamentare per la designazione del capo di governo si apre il prossimo 20 marzo.

In considerazione del dato micro dimensionale, il Principato opta per un sistema proporzionale con liste aperte. Nell’operare questa scelta, il Paese predilige certamente un sistema maggiormente rappresentativo, in continuità con la propria storia. Giova precisare come non sussista alcuna relazione causale tra micro dimensione e sistema elettorale proporzionale, in considerazione del fatto che, su scala globale, la maggior parte dei micro Stati è di tradizione costituzionale anglosassone e predilige pertanto un sistema di tipo plurality. Il Principato è dunque diviso in due circoscrizioni plurinominali corrispondenti alle due Regioni, dove l’Oberland assegna quindici seggi mentre l’Unterland dieci (art. 46, c. 1 LV.), tramite metodo del quoziente (quoziente di Hagenbach-Bischoff, ex art. 55, c. 1 Volksrechtegesetz-VRG). Nel caso in cui il primo riparto non consenta di assegnare tutti i seggi in palio, la VRG dispone che i rimanenti siano assegnati tramite metodo d’Hondt applicato ai resti (art. 56, c. 2 VRG). L’applicazione del metodo d’Hondt ai resti può ingenerare, nel caso almeno sei partiti superino la soglia di sbarramento e partecipino così alla divisione dei seggi, il c.d. Negatives Stimmgewicht, per cui un incremento di voti non si traduce necessariamente in un incremento di seggi (o, viceversa, una perdita di voti in una perdita di seggi). Il correttivo è rappresentato da una soglia di sbarramento nazionale dell’8% (ex art. 46, c 3 Cost. e art. 55, c. 1 VRG). Il sistema di voto è prevalentemente postale e la maggior parte degli elettori vota dunque via posta (97% dei voti), con solo dunque il 3% dei voti espresso nella cabina elettorale.

Relativamente pertanto al primo profilo di interesse di queste elezioni, quello cioè della distribuzione del voto in un contesto di micro parlamentarismo, emerge come vi siano delle oscillazioni nel voto popolare, le quali, se non sempre portano a un cambio di colore del governo, possono però garantire un diverso equilibrio nel quadro della coalizione di governo che si traduce in un’alternanza dell’appartenenza politica del capo del governo. La VU occuperà di nuovo la carica di capo del governo, ma l’equilibrio all’interno della coalizione è andato sicuramente a modificarsi, vista la regressione del FBP. Se la VU ha espresso il premier nel 2021 e quasi sicuramente anche nel 2025, non è però stato così nel 2017, quando la coalizione FBP-VU era a vantaggio del primo.

Relativamente invece al secondo profilo di interesse, il ruolo del Landtag nel quadro della forma di Stato e di governo del Principato, deve rilevarsi come l’organo legislativo risulta schiacciato, come per altro lo è anche la Regierung (cioè il governo), tra i due sovrani, Principe e popolo, in ragione del carattere governante del primo e del frequente ricorso alla democrazia diretta per il secondo. Relativamente a questo secondo punto, è particolarmente indicativo segnalare come nel febbraio 2024 sia stato sottoposto al corpo elettorale un quesito referendario vertente sull’elezione diretta dei membri del governo (Wollt Ihr den Entwurf der Initianten zur Änderung der Verfassung vom 5. Oktober 1921 (Einbezug des Volkes bei der Bestellung der Regierung) annehmen?) che avrebbe, in caso di esito positivo, portato alla necessità di modificare la Costituzione. La consultazione del 25 febbraio 2024 ha visto un’affluenza del 67%, con 13.941 voti espressi (di cui 13.689 validi) su 20.964 votanti registrati e ha prevalso il “no” con 9.309 voti, contro 4.380 “sì”. Per quanto dunque non si sia operata alcuna modifica della modalità di selezione del governo, la consultazione rimane importante in quanto rimarca ulteriormente la forte vocazione del Principato alla democrazia diretta. È bene specificare, però, come questo dato non debba essere letto in chiave micro dimensionale; è la tradizione di diritto svizzero e non la micro dimensione la spiegazione di questa vocazione. Se infatti si analizza la frequenza del ricorso agli istituti di democrazia diretta nei micro Stati, questa risulta piuttosto esigua, in ragione della già ricordata prevalenza del modello westminsteriano.

Tornando al ruolo del Landtag, si deve rilevare che, per quanto la forma di governo possa qualificarsi come parlamentare, trattasi però di parlamentarismo dualista, dovendo il governo godere di una doppia fiducia, del Principe e del Landtag. Sotto un profilo formale, il funzionamento della doppia fiducia equipara Principe e Landtag, ma dubbi rimangono sotto un profilo più sostanziale e cioè se possa concretamente verificarsi la situazione di un governo costretto alle dimissioni perché non gode della fiducia del Principe. Il Principe, in qualità di contitolare del potere sovrano, verifica che il governo agisca in conformità alla volontà della maggioranza parlamentare e, in caso contrario, è configurabile l’ipotesi per cui egli, di concerto però con il Landtag revochi o porti il governo alle dimissioni. Nel potere di scioglimento di cui il Principe è formalmente e sostanzialmente titolare deve anche leggersi una forma di controllo sul Landtag. Il Principe è inoltre titolare del potere di iniziativa legislativa, per quanto debba passare sempre attraverso il governo (art. 64); gli spetta inoltre di sanzionare la legge (anche costituzionale), cui può quindi apporre il veto, peraltro non superabile da una seconda votazione del Landtag. Nonostante il ruolo pivotale nell’esercizio del potere esecutivo, il Principe è completamente irresponsabile dinnanzi al Landtag e non è neppure coperto dalla responsabilità del governo (art. 7). Un bilanciamento a questo ruolo del Principe risiede nella possibilità per il popolo di revocare il Principe, ex art. 13ter, che costituisce indubbiamente un grande deterrente rispetto all’apertura di una crisi istituzionale. Un altrettanto grande deterrente è rappresentato dall’art. 113, c. 1, secondo cui almeno 1.500 cittadini possono presentare una iniziativa di modifica costituzionale volta ad abolire la monarchia. Nel caso di approvazione, Landtag e Monarca predispongono un nuovo testo costituzionale (per il primo vige l’obbligo, piuttosto ovvio, di prevedere la forma di Stato repubblicana, mentre il secondo ha il diritto ma non l’obbligo di presentare un proprio testo) da sottoporsi a referendum. Nel caso in cui solo una proposta sia presentata, per l’approvazione è sufficiente la maggioranza assoluta; nel caso in cui invece siano presentati due testi, gli elettori possono scegliere tra questi e la LV. Il procedimento si articola pertanto in due turni; nel primo, gli elettori hanno a disposizione due voti per votare le due Carte che vogliono portare al ballottaggio (cui accedono i due testi che hanno raccolto maggiori primi e secondi voti); viceversa, al ballottaggio il voto disponibile è uno solo e il testo che ottiene la maggioranza assoluta è la nuova Costituzione.

Nonostante dunque il minor rilievo che il Landtag sembra assumere nell’architettura della forma di governo del Principato, la consultazione dello scorso 9 febbraio testimonia un alto grado di coinvolgimento elettorale del popolo sovrano, in netta controtendenza con l’astensionismo che sembra sempre più caratterizzare le democrazie occidentali.



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