
Le elezioni del Presidente della Giunta e dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna si sono svolte domenica 17 e lunedì 18 novembre 2024, anticipando di qualche settimana la scadenza naturale del mandato degli organi istituzionali. Il 12 luglio 2024, infatti, Stefano Bonaccini ha rassegnato le proprie dimissioni volontarie da Presidente della Regione, in seguito alla sua elezione al Parlamento europeo nella lista del Partito Democratico per il collegio Nord-Est, con 389.284 preferenze personali.
L’art. 6 comma 1 della legge n. 18 del 1979 sancisce l’incompatibilità fra la carica di europarlamentare e quella di Presidente della Giunta regionale. Laddove si verifichi quest’ipotesi, pertanto, «il membro del Parlamento europeo risultato eletto deve dichiarare all'ufficio elettorale nazionale, entro trenta giorni dalla proclamazione, quale carica sceglie» (art. 6 comma 2 della legge n. 18 del 1979). Conseguentemente, ai sensi dell’art. 32 dello Statuto dell’Emilia-Romagna, le dimissioni volontarie di Bonaccini hanno determinato lo scioglimento anticipato dell'Assemblea legislativa e la decadenza della Giunta regionale. Sempre secondo l’art. 32 dello Statuto, la Vicepresidente della Giunta, Irene Priolo, ha assunto le funzioni di Presidente pro tempore, garantendo la continuità istituzionale fino all’insediamento del nuovo Presidente e della nuova Assemblea legislativa. Priolo è stata la prima donna a ricoprire il ruolo di Presidente dell’Emilia-Romagna. Successivamente, ha adottato il decreto di indizione dei comizi elettorali per il 17 e 18 novembre 2024.
Le elezioni regionali dell’Emilia-Romagna si sono, così, tenute in concomitanza con quelle della Regione Umbria. Non può essere sottovalutato come il tasso di affluenza sia stato piuttosto basso, attestandosi al di sotto della metà degli aventi diritto al voto, nonostante l’Emilia-Romagna vanti una lunga storia di partecipazione democratica. L’affluenza complessiva è stata infatti pari al 46,42%, un dato più vicino a quello delle elezioni regionali del 2014 (37.7%) che non a quello delle elezioni 2020 (67,37%).
La campagna elettorale del 2024 si è contraddistinta per toni pacati, tanto da poter essere definita a bassa intensità. I candidati alla Presidenza hanno privilegiato un approccio di prossimità, interagendo direttamente con attivisti e amministratori locali, mentre i confronti pubblici, per mezzo della stampa e dei social network, sono stati sporadici. È mancata, nel 2024, quella tensione palpabile che ha caratterizzato le elezioni del 2020, quando i sondaggi delineavano una competizione dagli esiti incerti. All’epoca, la possibilità che il centrodestra espugnasse la Regione rossa per eccellenza aveva mobilitato l’on. Matteo Salvini in una campagna elettorale serrata e aveva catalizzato l’attenzione dei media nazionali. L’attivismo del centrodestra aveva innescato una reazione di piazza, che aveva portato alla nascita del movimento delle c.d. Sardine. Nel 2024, nulla di tutto ciò si è ripetuto e i toni piuttosto soft della campagna potrebbero aver influito sul basso livello di affluenza.
Al termine dello scrutinio, è risultato vincitore il candidato Presidente Michele De Pascale, già sindaco di Ravenna e Presidente della rispettiva Provincia, che ha totalizzato il 56,77% dei voti, sostenuto da una coalizione di centrosinistra comprendente Partito Democratico (42,94% e 27 seggi), Movimento Cinque Stelle (3,55% e 1 seggio), Alleanza Verdi e Sinistra (5,30% e 3 seggi), Civici con De Pascale (3,84% e 2 seggi) e Riformisti per l’Emilia-Romagna (1,72% e 0 seggi). La principale competitor, la candidata Presidentessa Elena Ugolini, che ha raggiunto il 40,07% dei voti, era invece sostenuta da Fratelli d’Italia (23,74% e 11 seggi), Forza Italia (5,62% e 2 seggi), Lega (5,27% e 1 seggio) e Rete Civica (5,15% e 1 seggio). I candidati Presidente Federico Serra e Luca Teodori non sono stati coinvolti nel riparto dei seggi, avendo di poco superato l’1% dei voti.
Il 13 dicembre 2024 si sono insediate la nuova Assemblea legislativa e la nuova Giunta regionale. Nella stessa giornata, il Presidente De Pascale ha convocato la riunione dei firmatari del Patto per il lavoro, lo strumento di concertazione delle politiche pubbliche che ha caratterizzato il governo della Regione nei dieci anni precedenti. La riunione ha coinvolto i rappresentanti dei sindacati, delle categorie produttive, delle università e degli enti locali, confermando la volontà della nuova Giunta di mantenere la concertazione come metodo di governo. La continuità del Patto per il lavoro è stata, quindi, ribadita anche nel Programma di mandato della Giunta, presentato all’Assemblea legislativa il 10 gennaio 2025.
Fra gli atti più significativi dei primi mesi della legislatura, spicca la risoluzione approvata dall’Assemblea legislativa nella seduta del 19 febbraio 2025, con cui si è impegnata la Giunta a ritirare il sostegno della Regione Emilia-Romagna alla prosecuzione del percorso di attuazione della c.d. autonomia differenziata. In altre parole, è stato revocato il consenso regionale all’Accordo preliminare siglato il 28 febbraio 2018 fra il Governo e le Regioni Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna per l’attuazione dell’art. 116 comma 3 Cost.. Inoltre, la risoluzione ha sollecitato la Giunta a promuovere la revisione della legge n. 86 del 2024 da parte del Parlamento italiano, tenendo conto degli orientamenti espressi dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 192 del 2024.
Si è, così, registrato un significativo cambio di rotta della Giunta regionale in materia di autonomia differenziata, nonostante la continuità politica garantita dall’esito elettorale e la riconferma della maggioranza di centrosinistra al governo dell’Emilia-Romagna.