Con la chiusura nella settimana scorsa della due giorni (il 21 ed il 27 ottobre) del vertice dei capi di stato e di governo dell’Eurozona dedicato alla risoluzione del finanziamento del debito sovrano della Grecia (con relativa imposizione di una perdita del 50% sul debito detenuto da privati), all’approvazione del programma di riforme chiesto all’Italia, all’aumento del fondo salva Stati e alla ricapitalizzazione delle banche, si riteneva che l’Europa avesse superato il momento più difficile della crisi che sta attraversando. I giornali dei giorni successivi, intervistando i leader europei, evidenziavano un clima generale di euforia, peraltro manifestato dal positivo andamento dei mercati finanziari. Quanto accaduto tra venerdì e l’inizio di questa settimana con la caduta delle borse europee e di Wall Street, ed in particolare dei titoli bancari (compresi quelli delle banche francesi e tedesche maggiormente esposte nei confronti del debito greco), con la (improvvida?) decisione presa dal primo ministro Papandreu di sottoporre a referendum il piano dell’Ue, con l'aumento dello spread. .. (segue)
Dopo un difficile compromesso, fumata bianca al Consiglio europeo sui principali posti apicali nell'Unione europea
Carlo Curti Gialdino (03/07/3019)
La proposta di Quadro finanziario pluriennale UE 2028-2034, tra continuità e innovazione
Cristina Fasone (17/12/2025)
Geografie stabili e astensione crescente. Un bilancio politico-elettorale delle Regionali 2025
Lorenzo Pregliasco e Valentina Porta (03/12/2025)
L’evoluzione delle funzioni amministrative dello Stato e l’adeguatezza delle sue strutture
Bernardo Giorgio Mattarella (19/11/2025)
La V Repubblica e l’arte di imparare (in fretta) a navigare a vista: anatomia di un’impasse istituzionale tra crisi politica e crisi di regime
Paola Piciacchia (05/11/2025)