Nelle ultime pronunce della Corte costituzionale italiana appare sempre più frequentemente l’idea che, quando i giudici italiani si trovino di fronte ad un potenziale contrasto fra norme nazionali e diritto dell’Unione, fra le diverse soluzioni, consistenti nell’interpretare conformemente al diritto europeo o disapplicare la norma italiana confliggente, nell’effettuare un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia o nel chiedere lumi alla Consulta, la scelta “più proficua” sia l’ultima qualora la questione rivesta un “tono costituzionale”. Occorre riconoscere che la Consulta è attenta a suggerire tale scelta non come un dovere, ribadendo che il giudice nazionale rimane libero di scegliere una delle altre strade. Il “tono” (…per restare in tema) della Consulta è piuttosto quello di una “moral suasion. È opportuno però chiedersi quale impatto sui rapporti fa ordinamento italiano e ordinamento europeo potrebbe avere questo nuovo approccio se si trasformasse in una consuetudine costituzionale o in una prassi generalmente e sistematicamente seguita dai giudici nazionali... (segue)
Dopo un difficile compromesso, fumata bianca al Consiglio europeo sui principali posti apicali nell'Unione europea
Carlo Curti Gialdino (03/07/3019)
La proposta di Quadro finanziario pluriennale UE 2028-2034, tra continuità e innovazione
Cristina Fasone (17/12/2025)
Geografie stabili e astensione crescente. Un bilancio politico-elettorale delle Regionali 2025
Lorenzo Pregliasco e Valentina Porta (03/12/2025)
L’evoluzione delle funzioni amministrative dello Stato e l’adeguatezza delle sue strutture
Bernardo Giorgio Mattarella (19/11/2025)
La V Repubblica e l’arte di imparare (in fretta) a navigare a vista: anatomia di un’impasse istituzionale tra crisi politica e crisi di regime
Paola Piciacchia (05/11/2025)