NORMATIVA [18]
GIURISPRUDENZA [18]
DOCUMENTAZIONE [47]
Tre considerazioni sull’esito, certamente non prevedibile, del voto per l’elezione del sindaco a Milano e tre considerazioni sul futuro della nuova Giunta.
3. L’aspetto più nuovo delle elezioni di Milano, come pure, qualche settimana dopo, dell’esito dei referendum, è stato il crollo di un sistema che aveva basato gran parte del suo successo sul controllo delle comunicazioni (soprattutto dei vari canali TV) e dei media in generale. Un ruolo determinante è stato svolto, infatti, da quello che è stato denominato il popolo di Facebook e di Twitter e dal martellante invio e inoltro di messaggi. In altri termini, dopo decenni di supina accettazione di scelte calate dall’alto e di indifferenza verso la progressiva distruzione del senso di moralità pubblica e di solidarietà sociale che, ancor prima di qualsiasi legge o di qualsiasi costituzione, sta alla base del funzionamento di un aggregato sociale, si è sviluppata e imposta...
Il regionalismo italiano ha costantemente mostrato, nel corso della sua non breve storia, un’evoluzione del tutto sui generis, perennemente polarizzata tra “opportunismo” politico ed adesione a principi e valori costituzionali, tra inerzia legislativa ed accelerazione riformatrice, tra innovazione formale e conservatorismo sostanziale, finendo col radicarsi in un modello complessivo che è risultato, sotto molti aspetti (ed almeno fino ad un certo punto), da un lato, non del tutto intelligibile e, dall’altro, poco coerente rispetto sia alle premesse (istituzionali ed ordinamentali) poste, sia agli obiettivi “di sistema” perseguiti... (segue)
Il 25 marzo 2011 la Corte africana dei diritti dell’uomo e dei popoli (da qui innanzi: la Corte) ha emanato un’ordinanza sulle misure cautelari nei confronti della Libia. Si tratta della seconda pronuncia resa dalla Corte da quando essa è divenuta operativa nel 2006, e della prima ad avere attirato l’attenzione dei commentatori... (segue)
La vicenda referendaria 2011 è stata, nella fase preparatoria, caratterizzata da un particolare evento, ossia dalla modifica delle norme oggetto del quesito riguardante l’energia nucleare.
Domenica 5 giugno il Portogallo è tornato alle urne. Dopo aver votato per il Presidente della Repubblica lo scorso gennaio l’elettorato è stato chiamato a rinnovare il Parlamento a nemmeno due anni dall’ultima volta. Ne è uscito un quadro politico del tutto inedito: per i prossimi quattro anni la democrazia figlia della Rivoluzione dei garofani del 25 aprile 1974 vedrà due uomini del centrodestra, due socialdemocratici, alla guida del paese. Il Primo ministro in pectore Pedro Passos Coelho ha infatti ricevuto dal Presidente della Repubblica Anìbal Cavaco Silva l’incarico di formare un nuovo governo, un governo che sarà innanzitutto chiamato a condurre il Portogallo... (segue)