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FOCUS - Osservatorio Città metropolitane N. 1 - 21/01/2015

 Aggiornamenti sulla istituzione della Città metropolitana di Messina

La L.r. 24 marzo 2014, n. 8, aveva rinviato a un successivo provvedimento normativo l’istituzione dei “Liberi consorzi comunali” e delle tre “Città metropolitane” siciliane, disponendo (all’art. 13) la proroga al 31 ottobre 2014 dei commissariamenti delle preesistenti province regionaligià rinominate “Liberi consorzi comunali”dalla L.r. n. 7 del 2013. 

Nei tempi previsti, però, la Regione non ha approvato la necessaria legge di riordino, sicché, con L.r. 20 novembre 2014, n. 8, non ha potuto far altro che prorogare ulteriormente i commissariamenti in atto “non oltre il termine inderogabile di cui al comma 145 dell’articolo 1 della legge 7 aprile 2014, n. 56”, ossia al 7 aprile 2015. Successivamente non è stato adottato nessun nuovo provvedimento legislativo e non pare che si sia completamente rasserenato neppure il quadro politico-amministrativa che tanto ha pesato nell’evolversi della riforma. Infatti, l’assessore delle autonomie locali e della funzione pubblica, Dr.ssa Marcella Castronovo, in carica solo dall’autunno 2014, ha rassegnato le dimissioni il 30 dicembre ed il suo successore, Dr. Ettore Leotta,è stato nominato dal Presidente Crocetta il 15 gennaio scorsosicché non ha avuto ancora il tempo di assumere nessuna concreta iniziativa. Sul fronte legislativo, all’A.R.S. si segnalala presentazione (il 17 ottobre 2014) diun disegno di legge contenente “Norme in materia di Città Metropolitana e Province regionali” su iniziativa dei parlamentari aderenti al Gruppo “Forza Italia”. Assegnato alla prima Commissione, non ne è stato ancora avviato l’esame istruttorio.

Nessuna efficace novità normativa, quindi, ma solo l’evidente difficoltà del Governo regionale di venir fuori dalla situazione determinatasi dopo la troppo affrettata approvazione delle due leggi regionali nel 2013 (la n. 7) e nel 2014 (la n. 8) che non avevano tenuto conto, perlomeno rationetemporis, dell’assetto nazionale che andava prendendo corpo con la L. n. 56 del 2014. Proprio per questo appare verosimile che la prossima legge siciliana non potrà far altro che recepire, con modifiche più o meno incisive, proprio la legge Delrio. Forse un’anticipazione di ciò è data proprio dalla nuova L.r. n. 26 del 2014, di proroga dei commissariamenti che ha cominciato a mettere la tempistica degli adempimenti regionali in riga con quelli della legislazione nazionale.

Anche se ormai probabilmente inattuale e destinato a non avere sviluppi concreti, è da tempo definitivo il quadro delle deliberazioni adottate da alcuni consigli di comuni della provincia di Messina in ordine all’adesione ad altri “Liberi consorzi” o alla Città metropolitana del capoluogo (si ricorda che in base alla L.r. n. 8 del 2014, il territorio della Città metropolitana non coincide con quello provinciale e nel caso di Messina ricomprende “solo” 51 comuni su 108).

Come si legge sul sito del Dipartimento delle autonomie locali dell’Assessorato regionale (http://pti.regione.sicilia.it/portal/pls/portal/docs/59454469.PDF), avrebbero deliberato di aderire alla Città metropolitana di Messina i comuni di Novara di Sicilia, Fondachelli Fantina, Tripi, Montalbano Elicona, Francavilla di Sicilia, Rodì Milici, Basicò, Oliveri, Graniti e Mazzarrà Sant’Andrea. Tuttavia, nel caso di due municipi (Rodì Milici e Mazzarrà Sant’Andrea) la delibera sarebbe stata adottata oltre i termini di legge, per altri (Montalbano Elicona e Oliveri) non vi sarebbe continuità territoriale e per altri (Basicò, Graniti, lo stesso Montalbano Elicona) non sarebbe stata raggiunta in seno ai consigli comunali la maggioranza qualificata richiesta.

Risulta anche fallito il tentativo di alcuni comuni di staccarsi dal “Libero consorzio” comunale di Messina (ricomprendente i comuni della vecchia Provincia regionale non inseriti, ai sensi dellaL.r. n. 8 del 2014, nella Città metropolitana) per aderire a quello di Enna. Nel caso di Capizzi, infatti, il referendum popolare ha avuto esito negativo mentre per altri (Pettineo, Mistretta, Reitano, Santo Stefano di Camastra, Castel di Lucio) le delibere non sarebbero efficaci o mancherebbe comunque il requisito della continuità territoriale.

Non resta, dunque, che attendere la nuova legge che la Regione dovrà necessariamente approvare per venir fuori dall’impasse nel quale si trova oggi.



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