Passi avanti e passi indietro nella tutela dei diritti costituzionali del paziente psichiatrico sottoposto a trattamento sanitario coercitivo

Abstract [It]: Lo scritto si sofferma su due aspetti della sent. n. 76 del 2025 della Corte costituzionale: per un verso viene valutato con favore il ripristino della piena operatività del diritto costituzionale alla difesa del paziente psichiatrico sottoposto a trattamento sanitario coattivo; per altro verso, si mette in rilievo il rischio che, da una lettura del tso come legittimamente orientato alla sola cura del paziente (contro la sua volontà e in assenza di esigenze di tutela della salute collettiva), possa derivare un dovere di cura incompatibile con l’impianto liberale della disciplina costituzionale del diritto alla salute.

Title: Steps Forward and Backward in the Protection of the Constitutional Rights of Psychiatric Patients Subjected to Coercive Medical Treatment: Reflections on Constitutional Court Ruling No. 76 of 2025.

Abstract [En]: The article focuses on two aspects of Constitutional Court ruling no. 76 of 2025: on one hand, it welcomes the restoration of the full effectiveness of the constitutional right of defense for psychiatric patients subjected to compulsory medical treatment; on the other hand, it highlights the risk that interpreting compulsory treatment as legitimately aimed solely at the care of the patient (against their will and in the absence of public health protection needs) could lead to a duty of care incompatible with the liberal framework underlying the constitutional regulation of the right to health.

Parole chiave: trattamento sanitario obbligatorio; trattamento sanitario coercitivo; malattia mentale; diritto alla difesa; libertà di cura.

Keywords: compulsory medical treatment; coercive medical treatment; mental illness; right to defense; freedom of care.

Sommario: 1. La ritrovata garanzia del diritto alla difesa del paziente psichiatrico sottoposto a trattamento sanitario coercitivo. 2. Il tso nell’esclusivo interesse alla salute del paziente non consenziente: verso un dovere di cura?